ROMA – Una Rai ancora leader negli ascolti, a fronte di un calo complessivo della platea e alla crescita degli altri operatori, in particolare gli over the top: è la fotografia scattata dall’Osservatorio dello Studio Frasi a consuntivo del primo semestre 2021, nei giorni in cui a Viale Mazzini si insedia il nuovo vertice. Tra il 1 gennaio e il 30 giugno di quest’anno la Rai – in base ai dati Auditel elaborati dallo Studio Frasi – ha prodotto un ascolto medio di 4 milioni di persone (3 milioni 957 mila) ed uno share del 36,3%, con Mediaset a 3,5 milioni (3 milioni 467 mila) pari al 31,8); terzo editore è Discovery con 800mila spettatori medi e il 7,3% di share.
Il contesto generale registra un calo complessivo dell’ascolto di tv di 1,1 milioni di persone rispetto al primo semestre 2020 (periodo sul quale ha pesato il primo lockdown), ma un incremento rispetto allo stesso periodo di due anni fa. In particolare, tra il primo semestre del 2019 e quello del 2021 l’ascolto è cresciuto di mezzo milione di persone. In una fase di assestamento dei consumi televisivi, tra gli editori soltanto il servizio pubblico vede crescere la propria quota sul totale tv (+1,7%).
Emerge però con forza la crescita di quelle che Auditel classifica come ‘Altre’ tv, emittenti che non vogliono che i propri dati di ascolto vengano diffusi: una volta si trattava quasi esclusivamente di reti locali, oggi invece questa voce include anche parte delle connessioni agli over the top. Rispetto al 2020, le ‘Altre’ crescono del 15,5%: in valori assoluti il loro seguito medio è arrivato a superare di poco il milione di spettatori, pari a uno share del 9,6%. Nel primo semestre del 2019 gli ascolti furono si 758 mila individui con il 7,3%.
“Le Altre – riflette Francesco Siliato, responsabile dell’Osservatorio dello Studio Frasi – muovono bene il loro valore ed è da credere che la crescita sia dovuta in gran parte all’inclusione di chi segue le varie Amazon Prime, Netflix, TimVision ed altro. Da questi operatori ci si attende maggiore trasparenza ed un cenno di intervento da parte dell’Agcom, in vista della presentazione della Relazione annuale al Parlamento il 26 luglio”.