L’ingente carico, costituito da oltre 60 mila borse raffiguranti modelli ed emblemi di note griffes nazionali ed internazionali nonché da scarpe prive della corretta indicazione di origine (cinese), è stato individuato grazie ad una mirata attività di analisi dei traffici portuali condotta dalle Fiamme Gialle, che ha consentito di selezionare con successo la spedizione internazionale da sottoporre a controllo.
In sintesi, i finanzieri, attraverso il costante monitoraggio delle merci in arrivo presso lo scalo marittimo di Ravenna, hanno focalizzato l’attenzione sulle importazioni di prodotti tessili che, come quella in questione, pur in arrivo da altri Paesi europei, in realtà aveva avuto origine in Cina.
In più, ciò che ha ulteriormente destato il sospetto delle Fiamme Gialle, è stato il fatto che il considerevole carico fosse stato spedito in modo da giungere nel porto ravennate proprio nel weekend della “notte rosa”, forse nella malriposta speranza che l’impegno investigativo dei finanzieri fosse rivolto verso altri e diversi servizi di vigilanza.
È stato sufficiente ispezionare con cura i quattro container approdati per verificare che gli scatoloni trasportati erano colmi di prodotti falsi, alcuni dei quali singolarmente incartati in confezioni solo all’apparenza originali e dunque già pronti per l’immediata vendita al dettaglio.
Il destinatario formale del carico, una donna cinese residente in Italia ma risultata irreperibile, è stata denunciata per introduzione nello Stato di prodotti contraffatti e per violazione alle norme sulla tutela del Made in Italy, mentre la merce è stata sequestrata e posta a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ravenna che coordina le indagini.
Nelle stesse ore, nella zona centrale di Milano Marittima, le Fiamme Gialle ravennati hanno portato a termine anche un ulteriore sequestro di oltre 1.000 falsi articoli riproducenti marchi di importanti case della moda (collane, bracciali, orecchini, anelli, ciondoli, magliette, cappellini e cinture), posti in libera vendita presso due esercizi commerciali i cui responsabili sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Ravenna.
Le attività di servizio, che seguono il precedente sequestro di circa 75 mila articoli di pelletteria contraffatti eseguito lo scorso mese di marzo, si collocano nell’ambito delle approfondite attività investigative e dei serrati controlli che la Guardia di Finanza di Ravenna sta conducendo nel settore del contrasto alla contraffazione ed alla tutela del Made in Italy, sia per ricostruire la cosiddetta “filiera del falso” sia al fine di impedire che si alimenti sui litorali romagnoli e nazionali il fenomeno dell’abusivismo commerciale in considerazione dell’ormai avviata stagione estiva.
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