La necessità di evadere dalla contingenza per entrare in una dimensione differente, più legata a tutto quell’universo segreto che non riesce a trovare spazio nella realtà quotidiana, si manifesta in alcuni artisti con una tendenza alla creazione di mondi paralleli all’interno dei quali tutto diventa possibile, dove le speranze, i sogni, i desideri più inconfessati possono trovare un terreno fertile per essere coltivati e lasciati crescere. Alcuni di questi creativi hanno un approccio più meditativo, più concentrato a comprendere tutte le sfaccettature dell’animo umano, altri invece lasciano che la fantasia diventi interprete dell’essenza più profonda dell’autore per il quale dipingere o scolpire corrisponde a effettuare un viaggio all’interno di sé e della propria capacità di entrare in contatto con il fanciullo che esiste in ogni adulto. La protagonista di oggi appartiene a questo secondo gruppo di creativi e con la sua capacità di lasciar affiorare la delicatezza e la poesia da qualunque soggetto decida di rappresentare, riesce a trasportare l’osservatore nella magia dei suoi mondi.
Intorno agli anni Venti del Novecento, dopo le rivoluzioni stilistiche dei primi anni del nuovo secolo e dopo la fine della prima guerra mondiale che aveva sovvertito tutte le scale di valori, vi fu una rinascita, di ritorno alla vita dopo gli orrori a cui tutti avevano assistito e anche, dal punto di vista artistico, la necessità di un recupero dell’ordine, della calma e di una figurazione tradizionale. Questa necessità si tradusse dal punto di vista pittorico con una ricerca di linee pulite, di una rappresentazione vicina all’osservato che desiderava allontanarsi dalle deformazioni dell’Espressionismo e dagli eccessi progressisti del Futurismo; il movimento prese in Italia il nome di Realismo Magico e si collegò strettamente alla Nuova Oggettività tedesca, mostrando un legame sottile tra quotidianità e straniamento dovuto alle sensazioni più segrete dei protagonisti delle opere di Antonio Donghi, Felice Casorati o di Christian Schad. Nella sua evoluzione questo movimento, soprattutto per l’intento espressivo di andare oltre l’osservato per spingersi verso il non percepible a un primo sguardo, si mescolò ad alcune tematiche surrealiste, in particolar modo in America Latina, in cui gli elementi quotidiani venivano modificati e adeguati a un mondo fantasioso, immaginato, a volte più crudo come nel caso delle Frida Kahlo e di Bridget Bate Tichenor, altre invece più sognanti e morbide come nelle atmosfere innocenti di Fernando Botero e, spostandoci verso l’America del Nord, nelle atmosfere irreali e al contempo possibili delle emozionanti rappresentazioni dei bambini dai grandi occhi di Margaret Keane, considerata anche anticipatrice del Pop Surrealismo di qualche decennio dopo, o nello sguardo più sociale di George Tooker le cui ambientazioni alternavano quotidianità agli enigmi e alle ansie del vivere. Il confine tra Realismo Magico e Surrealismo, ovviamente quello più moderato, è stato sempre indefinibile, a volte i due movimenti si sovrapponevano e si mescolavano e questa fusione è tanto più vera nell’era contemporanea dove ogni stile porta con sé i semi di un altro armonizzandosi al sentire del singolo autore; l’esempio più tangibile di questo muoversi sulla linea di confine di vari stili è l’artista russo Vladimir Kush le cui ambientazioni fiabesche e poetiche galleggiano tra Realismo Magico arricchito dalla fantasia immaginativa e Surrealismo Metafisico per il senso di riflessione sul significato che nascondono inducendo l’osservatore a perdersi all’interno dei dettagli narrati.
L’artista napoletana con origini calabresi Anna Nuzzo, in arte Grisabella, si lega fortemente alla medesima libertà interpretativa di Vladimir Kush mostrando però una tendenza marcata a rimanere in un mondo più fiabesco, sospeso tra la realtà degli ambienti che circondano i suoi personaggi e lo sguardo romantico con cui interpreta ciò che appartiene alla vita, e il sogno, la fiaba in cui ogni cosa può trasformarsi nel momento in cui si va a cercare la spontaneità e la purezza all’interno del vero sé, quello che nella quotidianità dell’adulto deve necessariamente essere nascosto per non essere sopraffatto dal pragmatismo e dalla durezza del mondo attuale.
Anna Grisabella Nuzzo sceglie così di dare vita al suo universo parallelo che incontra ogni volta che si siede davanti alla tela bianca, e che le consente di compiere un approfondimento, una connessione con la sua essenza, con quell’anima attraverso cui scopre nuove e inedite sfaccettature dei suoi punti di vista, della sua capacità di osservare il lato più morbido, più idilliaco e magico di tutto ciò che costituisce la realtà che la circonda, quasi come se non fosse possibile per lei raccontare senza tendere verso il sogno, perché in fondo è quella la dimensione in cui la sua essenza sente di essere più a suo agio.
Dal punto di vista prettamente pittorico lo stile è dunque realista, per catturare l’attenzione dell’osservatore che si avvicina credendo di ritrovare riferimenti noti, ma poi l’impalpabilità della narrazione e l’aspetto romanticamente poetico dei luoghi narrati gli permette di entrare nel mondo fiabesco in cui ogni bambino interiore, nascosto dentro ciascun adulto, ha bisogno di rivivere di quando in quando, e così si abbandona lasciandosi trascinare nelle scene improbabili eppure desiderabili per quell’apporto magico che contraddistingue la pittura di Anna Grisabella Nuzzo.
A volte ridisegna i confini delle favole, dandone una propria versione, come nel dipinto La dama del lago, rappresentata nel suo momento di attesa dell’arrivo di Re Artù a cui consegnerà la spada Excalibur; l’atmosfera è sospesa, tutto sembra essere immobile e tuttavia l’artista riesce a far percepire chiaramente la rilevanza di quella figura in primo piano, la consapevolezza che da lei dipenderà la vittoria del re. La donna è rappresentata con gli occhi chiusi quasi dormisse cullata dalle acque dolci in cui vive e dalle ninfee che la vegliano, e la solennità di ciò che sta per accadere è evocata da Anna Grisabella Nuzzo con l’impalpabilità della nave e del castello sullo sfondo, come fossero inconsistenti fino al momento in cui la nave di Artù si avvicinerà compiendo il suo destino. Altri dipinti sono invece pura immaginazione dell’artista, interpretazione di un’emozione, di un sentimento vissuto in un istante di osservazione, oppure in un momento di ricordo di qualcosa di appena intravisto con lo sguardo ma che si è fissato sulla sua anima necessitando così di essere rivissuto attraverso la pittura, ma soprattutto raccontato nella sua dimensione più onirica, morbida, fantastica. In Souffle, le finestre del cuore,
5 Souffle, le finestre del cuore – olio su tela, 60x60cm
l’artista affida al tarassaco il compito di prendere i desideri dei bambini per trasportarli verso il cielo, il luogo dove possono essere conservati fino a quando non torneranno indietro realizzati e concretizzati raggiungendo chi li aveva lasciati fuoriuscire; il prato in cui si trova la bambina in primo piano e i due giovani innamorati poco distanti, sembra appartenere a un mondo parallelo, a una dimensione pura e innocente dove non è necessario avere paura di credere nei sogni perché essi lì saranno coccolati e conservati nello scrigno prezioso di quel cielo accogliente che corrisponde alle profondità dell’anima. La sensazione di avvolgenza, di delicatezza dell’ambientazione è palpabile e giunge all’osservatore con la stessa intensità poetica con cui è stata impressa dall’artista sulla tela, perché il filtro della razionalità è stato disarmato dalla piacevolezza della descrizione di quell’universo magico, di quel giardino leggero dentro cui si possono abbandonare timori e insicurezze.
Nell’opera Romantico respiro Anna Grisabella Nuzzo si ispira al celeberrimo dipinto Il viandante sul mare di nebbia di Caspar David Friedrich, ma trasforma la solitudine del viandante in momento di condivisione d’amore mettendo al suo fianco una donna con cui contemplare il paesaggio sotto di loro, con cui sognare di scendere verso il villaggio ai piedi del pendio per costruire il loro focolare, con cui creare una vita serena e piena di piccole felicità quotidiane. Anche in questo caso la natura, sempre persente nelle opere di Anna Grisabella Nuzzo, funge da mantello rassicurante, da guardiano di quel sentimento che è in grado di muovere e cambiare il mondo e che dunque ha bisogno di essere protetto e avvolto di bellezza e di armonia.
Pittrice, illustratrice, poetessa e ceramista, Flora… madre natura è una delle sue sculture in cui riesce a far emergere la medesima delicata poesia delle opere pittoriche mescolando materiali diversi e confermando la sua profonda connessione con la parte più pura del sé che tende verso il candore e l’innocenza, Anna Grisabella Nuzzo ha al suo attivo mostre personali sul territorio nazionale e la partecipazione a importanti collettive internazionali sia in Italia che all’estero – Parigi -; ha ricevuto premi, menzioni e riconoscimenti, ed è stata inserita nel Catalogo dell’Arte Moderna di Giorgio Mondadori nell’anno 2020.
ANNA GRISABELLA NUZZO-CONTATTI
Email: annalafenice@libero.it
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Worlds suspended between reality and fairytale in Anna Grisabella Nuzzo’s Magic Realism, to discover the wonder beyond the visible
The need to escape from contingency to enter a different dimension, more connected to all that secret universe that cannot find space in everyday reality, manifests itself in some artists with a tendency to create parallel worlds within which everything becomes possible, where hopes, dreams, and the most unconfessed desires can find fertile ground to be cultivated and allowed to grow. Some of these creatives have a more meditative approach, more focused on understanding all the facets of the human soul, while others let their imagination become the interpreter of the deepest essence of the author for whom painting or sculpting corresponds to a journey within himself and his ability to get in touch with the child that exists in every adult. Today’s protagonist belongs to this second creative group and with her ability to let delicacy and poetry emerge from whatever subject she decides to represent, she manages to transport the observer into the magic of her worlds.
Around the 1920s, after the stylistic revolutions of the early years of the new century and after the end of the First World War that had subverted all scales of values, there was a rebirth, a return to life after the horrors that everyone had witnessed, and also, from an artistic point of view, the need for a recovery of order, calm and traditional figuration. This need was translated from a pictorial point of view with a search for clean lines, for a representation close to the observed that wished to move away from the deformations of Expressionism and the progressive excesses of Futurism; the movement took the name Magic Realism in Italy and was closely linked to the German New Objectivity, showing a subtle link between everyday life and estrangement due to the most secret feelings of the protagonists in the artworks of Antonio Donghi, Felice Casorati or Christian Schad.
In its evolution, this movement, especially in its expressive intent to go beyond the observed to the unperceivable at first glance, mingled with certain Surrealist themes, particularly in Latin America, where everyday elements were modified and adapted to fantastic, imagined world, sometimes cruder as in the case of Frida Kahlo and Bridget Bate Tichenor, others more dreamy and soft, as in the innocent atmospheres of Fernando Botero and, moving towards North America, in the unreal and yet possible atmospheres of emotional depictions of children with big eyes by Margaret Keane, also considered to be a forerunner of Pop Surrealism a few decades later, or in the more social gaze of George Tooker whose settings alternated everyday life with the enigmas and anxieties of living. The boundary between Magic Realism and Surrealism, obviously the more moderate one, has always been indefinable, at times the two movements overlapped and mingled, and this fusion is all the more true in the contemporary era where each style carries the seeds of another, harmonising with the feeling of the individual author; the most tangible example of this moving on the borderline of various styles is the Russian artist Vladimir Kush whose fairy-tale and poetic settings float between Magic Realism enriched by imaginative fantasy and Metaphysical Surrealism for the sense of reflection on the meaning they conceal, inducing the observer to lose himself within the narrated details. The Neapolitan artist with Calabrian origins Anna Nuzzo, aka Grisabella, is strongly bound to the same interpretative freedom as Vladimir Kush, showing, however, a marked tendency to remain in a more fairy-tale world, suspended between the reality of the environments surrounding her characters and the romantic gaze with which she interprets what belongs to life, and the dream, the fable into which everything can be transformed as one goes in search of spontaneity and purity within the true self, that which in the everyday life of an adult must necessarily be hidden so as not to be overwhelmed by the pragmatism and harshness of the present world.
Anna Grisabella Nuzzo thus chooses to give life to her parallel universe that she encounters every time she sits in front of the blank canvas, and that allows her to make a deepening, a connection with her essence, with that soul through which she discovers new and unprecedented facets of her point of views, of her ability to observe the softer, more idyllic and magical side of everything that constitutes the reality that surrounds her, almost as if it were not possible for her to narrate without tending towards the dream, because after all, that is the dimension in which her essence feels most at ease. From a purely pictorial point of view, the style is therefore realist, to capture the attention of the observer who approaches believing he will find familiar references, but then the impalpability of the narration and the romantically poetic aspect of the places narrated allow him to enter the fabolous world in which the inner child, hidden inside every adult, needs to relive from time to time, and so he indulges, letting himself be drawn into the improbable yet desirable scenes for that magical contribution that characterises Anna Grisabella Nuzzo‘s painting.
At times she redraws the boundaries of fairy tales, giving her own version of them, as in the painting The Lady of the Lake, depicted in her moment of waiting for King Arthur’s arrival to whom she will hand over the sword Excalibur; the atmosphere is suspended, everything seems to be still and yet the artist manages to make the relevance of that figure in the foreground clearly perceived, the awareness that the king’s victory will depend on her. The woman is depicted with her eyes closed, almost as if she were sleeping, cradled by the gentle waters in which she lives and by the water lilies that watch over her, and the solemnity of what is about to happen is evoked by Anna Grisabella Nuzzo with the impalpability of the ship and the castle in the background, as if they were insubstantial until the moment when Arthur’s ship approaches, fulfilling its destiny. Other paintings, on the other hand, are pure imagination of the artist, the interpretation of an emotion, a feeling experienced in an instant of observation, or in a moment of remembrance of something barely glimpsed with the eye but which has fixed itself on her soul, thus needing to be relived through painting, but above all recounted in her most dreamlike, soft, fantastic dimension.
In Souffle, the windows of the heart the artist entrusts the dandelion with the task of taking the children’s desires and transporting them to the sky, the place where they can be preserved until they come back realised and concretised by reaching out to those who had let them out; the meadow where the little girl in the foreground and the two young lovers not far away are standing seems to belong to a parallel world, to a pure and innocent dimension where there is no need to be afraid of believing in dreams because they will be pampered and preserved in the precious casket of that welcoming sky that corresponds to the depths of the soul. The sensation of envelopment, of the delicacy of the setting is palpable and reaches the observer with the same poetic intensity with which it has been impressed by the artist on the canvas, because the filter of rationality has been disarmed by the pleasantness of the description of that magical universe, of that light garden in which one can abandon fears and insecurities. In the artwork Romantico respiro (Romantic Breath), Anna Grisabella Nuzzo is inspired by the very famous painting The Wayfarer on the Sea of Fog by Caspar David Friedrich, but transforms the solitude of the wayfarer into a moment of shared love by placing at his side a woman with whom to contemplate the landscape below, with whom to dream of descending to the village at the foot of the slope to build their hearth, with whom to create a serene life full of small daily happiness.
Here again, nature, always present in Anna Grisabella Nuzzo‘s artworks, acts as a reassuring cloak, as a guardian of that feeling that is able to move and change the world and that therefore needs to be protected and enveloped in beauty and harmony. Painter, illustrator, poet and ceramist, Flora… mother nature is one of her sculptures in which she succeeds in bringing out the same delicate poetry as in her paintings, mixing different materials and confirming her profound connection with the purest part of the self that tends towards candour and innocence. Anna Grisabella Nuzzo has to her credit solo exhibitions in Italy and participation in important international group shows both in Italy and abroad – Paris -; she has received prizes, mentions and awards, and was included in Catalogo dell’Arte Moderna of Giorgio Mondadori‘s in 2020.