ROMA – “Il tempo del Next Generation Italia sembra sempre più vicino. E comincia a tingersi di concretezza ogni valutazione in ordine alle possibili aree di investimento. Secondo le intenzioni comunicate, dei 196 miliardi, importo degli aiuti previsti per il Paese, il 10% (circa 20 miliardi) dovrebbe arrivare nel mese di giugno del 2021. Il rimanente sarà erogato a cadenza semestrale, per due volte all’anno sulla base del progressivo raggiungimento degli obiettivi”. Lo afferma il presidente di Meritocrazia Italia, Walter Mauriello (foto).
“La crisi acuita dall’emergenza sollecita interventi pronti e realmente volti al rilancio dell’economia e al recupero dell’effettività dei diritti sociali, a beneficio di cittadini e imprese. Rivoluzione verde e transizione economica, digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, infrastrutture per una mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, parità di genere, coesione sociale e salute sono le parole-chiave della discussione in corso – aggiunge – Nel disordine informativo e delle idee, vengono all’evidenza propositi di intervento eterogenei. Dall’efficientamento energetico, all’alta velocità, alle nuove assunzioni nel settore giustizia nella direzione di ridurre i tempi delle pratiche e dei processi, a misure d’inclusione lavorativa femminile”.
E ancora: “Ma perché le stime di positivo andamento del Pil trovino effettiva proiezione da qui al prossimo futuro e il potenziale di crescita strutturale sia utilmente valorizzato, è fondamentale definire fin da subito una struttura di monitoraggio responsabile del piano d’investimento, per il miglior coordinamento delle riforme necessarie. Diversamente, senza giusta programmazione economica, i buoni propositi sono destinati a restare vuoti proclami. In linea con quanto proposto nel corso degli ultimi mesi e consapevole della centralità di una programmazione economica non più imbrigliata nelle maglie di logiche puramente assistenzialistiche, Meritocrazia Italia sollecita attenzione nell’individuazione dei settori strategici per la ripresa”.
Per Mauriello “un uso non adeguato dei fondi di prossima disponibilità rischia di procurare una lacerazione ulteriore al tessuto socio-economico. Una ridefinizione dei modelli di investimento è essenziale, insomma, per contenere controproducenti sprechi di risorse pubbliche ed evitare il definitivo dissesto di interi comparti produttivi, a detrimento delle piccole e medie imprese già in affanno. Il pieno utilizzo delle risorse pubbliche serva da leva dell’iniziativa economica privata e strumento d’attrazione di capitali esteri, per la sostenibilità dell’azienda nel medio-lungo termine”.
Nella direzione di costruire risposte fondate su vantaggiose politiche pubbliche e strategie economiche e finanziarie, Meritocrazia insiste sulla necessità di varare manovre di medio-lungo termine, con vocazione di stabilità e volte a traguardare propositi occupazione e continuità produttiva: “Per questo è indispensabile rafforzare il dialogo tra organo esecutivo e stakeholder: serve creare una corsia preferenziale di comunicazione dei bisogni e proposizione a favore dei gruppi portatori di interesse. Perché alla selezione delle necessità possa seguire la definizione di soluzioni adeguate, congrue e di immediata fattibilità”.
Meritocrazia auspica che ogni determinazione venga assunta con accorto controllo dell’esecutivo e con il coinvolgimento di tutte le forze parlamentari, con spirito democratico e collaborativo. Anche ove la scelta operativa dovesse ricadere sulla composizione di un comitato composto da esperti tecnici ad alta competenza, resterebbe fondamentale il lavoro sinergico delle aree d’interesse, con dialogo tra comparti e con visione di sistema: “L’occasione merita di esser colta. Solo una opportuna strategia di investimento potrebbe non soltanto realmente favorire il miglioramento della generale condizione economica, ma, grazie all’utilizzo della quota a fondo perduto, ma anche contribuire alla riduzione del rapporto tra debito pubblico e Pil (con stima approssimata di 4 punti percentuali). Solo un’opportuna strategia di investimento potrebbe escludere che a pagare il prezzo dell’immediata crescita di benessere siano le generazioni future”.