Le linee guida definite dal governo per l’utilizzo dei fondi europei individuano priorità che “devono essere accompagnate da efficaci riforme su fisco, pubblica amministrazione, lavoro e giustizia. Andranno evitati gli errori del passato nell’utilizzo dei fondi comunitari: la dispersione in tanti rivoli e la dilatazione dei tempi. Per una vera svolta è necessario mantenere una regia centrale nel selezionare gli obiettivi di investimento, sulla base di rigorosi parametri, e attivare un attento monitoraggio della spesa”.
Bene, quindi, l’impostazione del Piano per il metodo proposto che, partendo dagli obiettivi, definisce gli strumenti, i progetti, i criteri di ammissibilità e le verifiche nonché le politiche di supporto al Piano che dovrà essere applicato con il dovuto rigore ed efficienza. Silvestrini ha indicato che tra le 6 missioni individuate dal Piano, l’Istruzione rappresenta il tema prioritario per il Paese. Il capitale umano è il fondamento sul quale costruire il futuro. Centrale è anche il ruolo della formazione a partire da quella dedicata a chi fa impresa, anche promuovendo inedite forme di collaborazione con le Università.
Silvestrini ha quindi rilevato che per favorire la transizione energetica il Superbonus 110% dovrà essere mantenuto per tutta la durata del Recovery Fund. Altra priorità è la digitalizzazione che deve essere connessa e funzionale al nostro tessuto produttivo che in larga parte è costituito da micro e piccole imprese. Il primo passo è una politica industriale che accantoni finalmente gli interventi a taglia unica. Come peraltro ha sollecitato anche la Commissione Europea.
Fondamentale è il sostegno agli investimenti delle imprese per consentire il recupero di produttività nei settori della manifattura e dei servizi e consolidare la presenza sui mercati internazionali. Silvestrini infine ha indicato l’esigenza che il sostegno all’export richiede strumenti di accompagnamento fatti su misura delle oltre 110 mila piccole e piccolissime imprese esportatrici. Particolare attenzione merita il tema della patrimonializzazione: “Vanno modificati gli attuali istituti e strumenti poco efficaci e discriminatori a danno delle imprese più piccole. Strategico è il rafforzamento delle filiere – ha concluso – prestando però attenzione a non favorire processi di ulteriore gerarchizzazione delle relazioni tra imprese, che risulterebbero utili solo al capo-filiera per mantenere ancor più stretto e funzionale il controllo sulle imprese sub-fornitrici”.
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