“Nel Piano – afferma Colletti – si precisa che il rafforzamento permetterebbe ai porti del Sud di svolgere un ruolo più rilevante nei traffici intra-mediterranei, resistendo maggiormente alla concorrenza dei porti del Nord Africa, e che, a tal fine, è indispensabile valorizzare il ruolo delle Zone Economiche Speciali (Zes) vicine alle aree portuali del Sud, con l’obiettivo di attrarre investimenti produttivi. Se queste, però, sono le premesse, il seguito è del tutto scollegato. Per questo motivo è necessario riflettere sulle reali esigenze dei porti e rimodulare le risorse senza fare voli pindarici, ma guardando prioritariamente alle reali esigenze che possano aumentare, nell’immediato, la competitività dei porti italiani”.
E ancora: “Dei 3,68 miliardi di euro previsti – aggiunge il deputato – 2,1 finanzierebbero esclusivamente interventi legati all’intermodalità, mentre la restante parte sarebbe indirizzata alla digitalizzazione della catena logistica e alla sostenibilità ambientale del sistema portuale. Cifre che non prendono in considerazione il reale stato di alcuni porti. Comprendo la necessità di fare subito, ma è necessario un ripensamento degli investimenti da presentare alla Commissione Europea. Su questi presupposti credo che il Governo debba ripensare gli interventi sulla portualità, evitando di tralasciare proprio i porti del Sud e quelli presenti nelle Zes”.
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