Un anno magico il 2018 per Red Canzian: prima la partecipazione al Festival di Sanremo con una canzone, “Ognuno ha il suo racconto”, che è stata molto apprezzata da critica e pubblico, poi l’uscita del nuovo album solista “Testimone del Tempo” e ora due tour, “Red in Blue” e “Testimone del Tempo” che lo stanno portando in giro per l’Italia durante l’estate.
Sono due spettacoli nei quali Red Canzian ripercorre la sua storia artistica, ma in maniera diversa.
Nel primo racconta la sua evoluzione artistica in un lungo viaggio dalle mille sfaccettature attraverso pezzi strumentali, successi nazionali ed internazionali che hanno fatto segnato la sua vita, ma anche fatto emozionare intere generazioni; è accompagnato per l’occasione dall’Orchestra Sinfonica Abruzzese diretta dal Maestro Stefano Fonzi e sul palco ci sono anche tre straordinari musicisti (Phil Mer alla batteria, Daniel Bestonzo al pianoforte e Andrea Lombardini al basso elettrico) e Chiara Canzian alla voce.
Nel secondo è invece insieme alla sua band e ripercorre il suo percorso musicale dagli inizi ad oggi con un grande spazio all’omonimo ultimo lavoro discografico.
L’album “Testimone del Tempo” ha colpito decisamente nel segno grazie ad un equilibrato mix di tutto ciò che è stato Red Canzian nell’arco della sua lunga carriera.
Tante le collaborazioni al suo interno, suoni in bilico fra modernità e passato e soprattutto grandi canzoni. Si passa dal rock al pop fra arrangiamenti in bilico fra echi beatlesiani e attualità, con alcune gemme preziose (su tutte “La notte è un’alba”, “Meravigliami ancora” e “Cantico” splendida suite che chiude il disco).
Red Canzian va oltre la storia dei Pooh strizzando l’occhio al suo passato, ma andando decisamente avanti e confezionando uno degli album più interessanti del 2018.
Lo abbiamo intervistato in occasione della tappa del tour “Red in Blue” a Pescocostanzo in attesa anche di una seconda data abruzzese dello stesso tour il prossimo 16 agosto che segnerà il suo grande ritorno a Pescara (si esibirà al Teatro D’Annunzio).
“È un cantautorato rock: ha lo spessore del cantautorato perché le canzoni hanno testi curati da miei illustri colleghi come Enrico Ruggeri, Ermal Meta, Renato Zero, Ivano Fossati, Miki Porru, Vincenzo Incenzo e altri, è pieno di collaborazioni importanti. Il mio approccio è verso il rock, per cui è un cantautorato un po’ americano a differenza di quello di Nashville o italiano che sono un po’ più acustici”.
Come nascono due canzoni come “Meravigliami ancora” e “La notte è un’alba”?
“ “La notte è un’alba” è un pezzo bellissimo nato di getto e altrettanto di getto Ermal Meta ne ha scritto il testo. Dà il valore della nostra vita non misurato nei successi o in quel che portiamo a casa, ma in tutte le volte che ognuno di noi riesce ad alzarsi quando cade, lì è la vera forza e il vero successo della vita. Io ho subito due interventi importanti, se fossi rimasto a letto avrei perso la mia battaglia, invece dopo dieci giorni dall’operazione ero di nuovo su un palco. Parto sempre dal presupposto di lottare nella vita.
La musica di “Meravigliami ancora” non è mia, ma di un autore inglese che l’aveva scritta per Johnny Hallyday e fu un grande successo in Francia. Avevamo contattato il management di Johnny Hallyday per fare un duetto, ma lo scorso ottobre ci chiamarono dicendo che stava morendo e dunque non è stato possibile. Abbiamo così deciso di fare questa versione italiana che ricalca vagamente il senso della sua canzone, ma il testo di Enrico Ruggeri parla più del nostro mestiere”.
“L’Impossibile” è un brano molto tirato e riassume le atmosfere rock delle quali parlavamo prima …
“È un pezzo nato in mille maniere. Avevo scritto una parte con un altro spirito, sembrava quasi un samba o un brano sudamericano, però poi ho pensato che non c’entrasse molto con me. Ho buttato via questa parte e ne ho tenuto un’altra, ho immaginato un pezzo rock ed è venuto decisamente bene”.
“Se mi commissionate un album di prog, io in una settimana ve lo scrivo. Mi viene come se ce l’avessi dentro. Scrivere una canzone pop a mio giudizio è molto più difficile. Renato Zero mi ha detto subito che questo era un brano molto difficile perché cambia tempo ben 13 volte. Lui è partito con i versi
“… Torna l’era dei draghi volanti
pioggia acida che viene giù
già scomparsi profeti e santi
io ti amavo e mi amavi anche tu”
e ho capito immediatamente che era l’incipit per sviluppare il tutto. Poi si è messo Vincenzo Incenzo a lavorare con Renato ed è venuta fuori una cosa bellissima. Chiara nel brano fa Madre Natura”.
“Red in Blue” sembra essere uno spettacolo “malleabile” …
“Siamo stati anche ad un festival jazz e dunque lì abbiamo anche un po’ cambiato lo spettacolo dando adesso una veste più jazz … come può succedere ad un grande cuoco: può fare una pasta in mille modi diversi. Questo spettacolo è un po’così: prende delle enfasi diverse a seconda della gente e di come reagisce, di come sento l’orchestra e di come mi viene voglia”.
“Sarà il mio ritorno a Pescara dopo tanti anni e lo farò con la magnifica Orchestra Sinfonica Abruzzese diretta dal maestro Stefano Fonzi, tre straordinari musicisti e la voce di Chiara Canzian. Proporremo una trentina di canzoni che fanno parte della storia di tutti gli italiani, quelle più belle che hanno tracciato un percorso musicale, chiaramente anche quelle dei Pooh. Canto anche “My Way” di Frank Sinatra, quello è un momento molto particolare. È un concerto molto trasversale che può piacere a chiunque perché c’è dentro le più belle pagine della storia della musica e dunque vi aspetto veramente in tanti!”.
In Ora o Mai Più com’è stato ritrovare Marco Armani?
“Carino! Lui è quello di sempre, un uomo mansueto, non riesce a battersi come si dovrebbe. Ha tirato però fuori un ‘anima diversa in questo show: lui per me sarebbe un bluesman pazzesco. Ha cantato il pezzo di Pino Daniele in modo fantastico e con tanta grinta”.
Foto di Giampietro Giangiordano
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