“Una norma aberrante, incomprensibile, assunta nella più totale assenza di confronto con le categorie coinvolte e che si pone in palese contrasto con la riconosciuta necessità di maggiore semplificazione, penalizzando in particolar modo l’Industria della prima trasformazione, chiamata a una nuova, duplice incombenza, assolutamente priva di un qualsiasi concreto beneficio per il consumatore”, evidenzia Cosimo De Sortis, Presidente Italmopa. “Questa norma, al contrario, alimenta pericolosamente presso lo stesso consumatore la percezione di una carenza di trasparenza nei vari passaggi della filiera, in verità, già pienamente garantita dalla normativa nazionale e comunitaria sull’etichettatura. Si tratta, dunque, di un inutile aggravio economico e amministrativo per le Aziende tenuto conto che le informazioni che saranno utilizzate dal registro telematico sono già coperte da obbligatorietà in quanto oggetto di adempimenti prescritti dalla normativa sulla tracciabilità nell’Industria alimentare e da quella fiscale sulla contabilità di magazzino. La disposizione risulta, peraltro, fortemente discriminatoria poiché l’ambito di applicazione risulta limitato, a livello nazionale, al solo settore cerealicolo, sia perché, a livello internazionale, nessun altro paese comunitario o extra-comunitario presenta una normativa analoga”.
“Aver circoscritto il perimetro della norma al settore cereali, la cui produzione risulta strutturalmente deficitaria rispetto al fabbisogno dell’Industria, conferma invece una chiara volontà politica di penalizzare le importazioni, in modo del tutto miope rispetto alle esigenze strutturali del comparto”, prosegue De Sortis. “Questa disposizione – unitamente alla recente istituzione dell’elenco importatori presso il Minsalute e alla norma sui prezzi minimi di vendita dei prodotti agricoli – costituisce una preoccupante deriva dirigista dell’economia di settore, che si sta materializzando sotto la regìa di una parte delle rappresentanze sindacali del settore primario e con la complicità di alcuni settori della politica”.
“Da un punto di vista generale”, conclude De Sortis, “non possiamo non stigmatizzare il moltiplicarsi di iniziative che hanno per solo effetto di contribuire, in modo irresponsabile, a danneggiare l’immagine dell’Industria alimentare nazionale, con particolare riferimento a quei comparti costretti a ricorrere alle importazioni di materie prime pur sempre nell’assoluto rispetto della normativa sanitaria vigente. L’Industria molitoria italiana costituisce, da sempre, un settore di assoluta e riconosciuta eccellenza che contribuisce ad alimentare il successo del ‘Made in Italy’ nel mondo grazie alla sua impareggiabile capacità di selezionare e trasformare le migliori varietà di frumento, siano esse di origine nazionale o estera. A tal fine Italmopa si opporrà in ogni modo ed in ogni sede, anche comunitaria, a tutte quelle misure che dietro la presunta difesa del consumatore celano interessi politici e di categoria diretti a limitare la libertà di approvvigionamento dell’Industria della trasformazione, colpendo i principi di libera iniziativa e di libero scambio”.
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