Renzo Arbore: “Con Filo d’oro chi non vede e non sente vive”

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renzo arbore raiROMA – “Con il lavoro della Lega del Filo d’oro chi non vede, non sente e non parla… vive”. Così Renzo Arbore, icona dello spettacolo e testimonial della Lega dal 1989, sintetizza così il ruolo della fondazione, punto di riferimento in Italia per adulti e bambini con sordocecità e pluridisabilità psicosensoriale, durante il lancio della campagna “Sessant’anni non si festeggiano, si fanno. Insieme”, presentata presso il Teatro Abarico di Roma in occasione dell’anniversario della Lega. Con lui anche Neri Marcorè, che ne ha raccolto l’eredità dieci anni fa: “Ho potuto constatare direttamente”, afferma l’attore intervistato dall’Ansa, “come gli operatori aiutino i bambini ad allargare un varco di luce che può essere molto stretto, rendendo un po’ più ampia la loro percezione del mondo”.

Arbore, che ricorda il primo incontro con il Filo d’oro, 35 anni fa, grazie a un amico: “La prima volta che ho visitato il centro di Osimo, nelle Marche, sono rimasto impressionato dall’amore e dalla passione di chi aiuta chi vive nel buio e nel silenzio. Il sorriso aiuta molto, anche a trasmetterlo agli ospiti del centro”, afferma quello che per la Lega è “Zio Renzo”, il cui primo impegno fu uno spot televisivo insieme a una bambina seguita dalla fondazione e che negli anni ha contribuito a far conoscere al grande pubblico la missione dell’ente. “Per me è un privilegio essere parte di questa famiglia, che è una delle cose più belle a cui abbia partecipato”.

“È grazie a Renzo che conosco la Lega, anche prima di diventare testimonial”, continua Marcorè, “ed è un onore essere garante, come lui, del fatto che chi dona può avere la certezza che i propri soldi aiutano e sostengono davvero chi ne ha bisogno”. L’attore, testimonial dal 2014, aggiunge come la fondazione gli abbia “insegnato a guardare e ascoltare oltre, a credere che la solidarietà possa davvero cambiare il destino delle persone. Spero che sempre più persone decidano di unirsi a noi: solo insieme possiamo davvero fare la differenza”.