“Il 21 luglio scorso, ai fini della partecipazione al concorso pubblico per funzionari restauratori, il ministero ha pubblicato l’elenco di quanti – aggiunge – sarebbero in possesso della qualifica per parteciparvi: solo diplomati delle Scuole di alta formazione. Senz’attendere la conclusione della selezione pubblica ancora in corso, destinata a chiudersi il prossimo 31 luglio, e senza tenere conto degli altri titoli previsti nelle Legge 7/2013, che stabilisce i necessari requisiti professionali”.
“Spiace che l’appello lanciato il 6 maggio scorso al ministro Franceschini sia caduto nel vuoto. Vogliamo sperare – prosegue – che non sia capitato per sua espressa volontà, ma solo per mancata, o carente, informazione. La CNA non può accettare, però, che le norme approvate dal Parlamento siano stravolte da un provvedimento amministrativo che introduce una impropria e inaccettabile disparità di trattamento fra restauratori. Una scelta che fa venire meno, in aggiunta, il principio di concorrenza. Ma a chi giova questo provvedimento? Perché è stato emanato?”.
“Dopo aver atteso ventuno anni per vedere pubblicato il bando di selezione per ottenere la qualifica professionale – sottolinea – i restauratori sono stati pesantemente beffati. Ma la qualifica non è un concorso, è la verifica dei requisiti previsti dalla legge. E se un soggetto li possiede non c’è atto amministrativo che possa negarglieli. Chiediamo al ministro, quindi, di verificare la legittimità del comportamento dei suoi burocrati. Altrimenti – conclude Santolini – saremo costretti ad adire le sedi giudiziarie competenti per difendere i legittimi interessi dei restauratori e vederli garantiti”.
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