Musica

Sanremo 2019: anche Riccardo Cocciante tra gli ospiti, festeggerà 50 anni di carriera

SANREMO – Riccardo Cocciante è stato confermato come ospite della seconda serata del Festival di Sanremo 2019, mercoledì 6 febbraio. L’artista festeggerà sul palco dell’Ariston i 50 anni di carriera con i suoi più grandi successi.

Si dica ciò che si vuole ma, nonostante Notre Dame De Paris e la successiva opera su Romeo e Giulietta, Cocciante è da considerarsi ancora – e soprattutto – un cantautore melodico dotato di romanticismo e di una voce personalissima, sentimentale e potente, a tratti quasi furiosa. “Tutti i miei sogni”, la prima raccolta completa di Riccardo uscita più di 10 anni fa, permette di esplorare (e capire) i suoi oltre trent’anni di carriera, comprese alcune sfumature inusuali per chi conosce il Cocciante classico: è il caso, ad esempio, di “Ora che io sono luce”, ritmata e molto anni ’70, o di “Indocina”, con una base techno-pop anni ’80.

Le sue grandi doti vocali emergono sin dai primi pezzi (“Io canto”, “Quando finisce un amore”, “Era già tutto previsto”), scritti in coppia con Marco Luberti prima di iniziare, negli anni ’80, la prolifica collaborazione con un Mogol appena separatosi da Lucio Battisti, che avrebbe portato alla creazione di piccoli gioielli come “Un nuovo amico”, “Cervo a primavera”, “Se stiamo insieme” e “Questione di feeling”, in duetto con Mina.

Altro pregiato abbinamento è quello con Paola Turci, “E mi arriva il mare”. All’appello non manca nessun brano celebre, nemmeno “Ti amo ancora di più”, singolo di lancio di “Innamorato”, ultimo album in studio inciso da Riccardo prima di quel “Songs” che lo ha riportato alla musica leggera dopo Notre Dame, con brani quali “Sulle labbra e nel pensiero” e “Tu Italia”, che confermano il sodalizio con Pasquale Panella, e “La musica senza perché”, dove Cocciante ritrova Enrico Ruggeri come compagno di penna dopo le esperienze di “Indocina” e “Il funambolo”.

Belle anche le testimonianze sonore della firma in tandem con il grande Gaio Chiocchio (“La nostra lingua italiana”, “Questo nostro grande amore” e “Il mio rifugio”). Musica che trasuda pagine vere dell’esistenza, perfettamente aderenti alla realtà. Alla fine, il senso di tutto questo è ben sintetizzato nelle parole dello stesso artista: «Ho dato vita a tutti i miei sogni, tutti i miei sogni mi hanno dato la vita».

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Pubblicato da
Redazione L'Opinionista
Argomenti: Riccardo Cocciante

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