“Il grande piacere è vedere le canzoni continuare a esistere. Le canzoni devono vivere. Quando cantavo ‘Bella Senz’anima’ lo facevo a venticinque anni, adesso lo rivedo in un’altra maniera. La canzone matura con il tempo nel proprio interprete. Non dobbiamo imitare quello che eravamo, si cresce con la propria musica”.
Riccardo Cocciante tonerà a cantare in Italia dal 19 luglio al 6 agosto dopo dieci anni. “Non mi è mai piaciuto far parte di un sistema. Il sistema sono io, la mia isola e il mio pianeta. Rimango nel mio pianeta e cerco di costruirmi e di continuare così senza farmi influenzare troppo dalle mode, anche se mi piace informarmi. Mi piacciono le novità ma non cerco di andare verso di loro. Quando è uscito ‘Margherita’, nel pieno periodo politico della canzone politica, quella era una canzone da non far uscire. Invece ha creato il suo angolo, sono fiero di questo. Così come ‘Notre Dame de Paris’, era un modo che non esisteva di fare spettacolo, né in Francia né qui, era un rischio”, ha detto Cocciante. “Non esistevano neanche i luoghi per farlo, dovettero costruire il Gran Teatro per ‘Notre Dame de Paris’, purtroppo ora non c’è più. Bisogna richiedere di rifarlo perché a Roma non abbiamo una sala adatta per fare questo tipo di spettacolo. Ci vuole un bel posto”.
Dove troveremo a cantare Riccardo Cocciante? “Sarò in dei posti storici del nostro Paese. Il 19 luglio a Firenze, il 21 luglio a Marostica, il 23 luglio a Bergamo, il 27 luglio a Pompei, il 31 luglio a Roma, il 2 agosto a Diamante, il 4 agosto a Matera e il 6 agosto a Ostuni. Ho scelto di fare otto spettacoli, non di più, e di farli in posti umani. Perché? Perché c’è il contatto diretto con la gente. Avrei potuto scegliere posti più grandi, ma rimanere artigiano penso sia una cosa importante. È un banco di prova anche per me, per verificare la mia efficienza eventuale e preparare l’anno prossimo, quando saranno i miei cinquant’anni di carriera”, ha raccontato Cocciante. “Devi sempre verificare quello che sei. Quanto dureranno i concerti? Lo standard è di due ore, poi quello che succede, succede. È un piacere ritrovare il pubblico, ritrovare il vero pubblico, quello che sta vicino a te. È come il processo di un attore che fa sia teatro sia cinema, a un certo momento l’attore del cinema vuole tornare al teatro, alla cosa essenziale che lo ha fatto nascere. Noi cantanti siamo nati in posti vicino al pubblico e pian piano si allargano i confini”.
Durante i suoi concerti Riccardo Cocciante sarà accompagnato da una grande orchestra. “Un’orchestra diretta da Leonardo De Amicis, che oltre a essere un musicista è anche un mio amico da molto tempo. Lui ha cominciato con me, era nel mio gruppo come tastierista e poi è cresciuto ed è diventato chi è oggi. Amo collaborare con i musicisti, sono un autodidatta di base, non scrivo musica, non la leggo, non ho mai studiato il pianoforte né preso lezioni di canto”, ha rivelato Cocciante. “Quello che è bello è condividere la musica con dei bravi musicisti. È uno scambio. Magari posso dare la mia melodia, il mio canto, le mie armonie, ma ho bisogno di loro e della loro arte per avere uno scambio totale che amo molto”.
Riccardo Cocciante sente l’affetto delle persone nei suoi confronti? “Si, lo sento tantissimo. Lo rispetto sempre, non riesco mai a dire no a qualcuno che mi chiede una foto o un autografo. Mi organizzo se voglio la mia intimità, infatti vivo a Dublino. Quando vengo qui mi metto a disposizione del pubblico, è quello che mi ha sempre eletto, dall’inizio mi ha scelto. ‘Bella Senz’anima’ è un successo del pubblico”, ha raccontato Cocciante. “Tutti dicevano che era una canzone cantata in modo strano e atipico, quando l’ha sentito il pubblico sono arrivato primo in classifica e ho fatto la prima televisione quando ero primo in classifica”.
Riccardo Cocciante è sempre stato cittadino del mondo. “Sono nato in Vietnam, parlavo solo francese e venendo qui in Italia a undici anni ho imparato l’italiano. Ho vissuto un po’ in Italia, poi ho vissuto in America a Miami, ora vivo da ventidue anni a Dublino, in Irlanda. Il mio posto di nascita forse è la musica”, ha detto Cocciante. “Non sono mai più tornato in Vietnam, prima perché vietavano il ritorno di quelli che andavano via, poi per la paura di vedere un ricordo deformato. Ho talmente dei bei ricordi che tornare lì mi dà quasi un po’ d’ansia, forse rimarrei deluso e non ho voglia di essere deluso. Mi hanno sempre detto che è un Paese che è cresciuto bene. Varrebbe la pena adesso”.
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