ROMA – Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, e Maurizio Acerbo, della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, intervengono in riferimento alla manifestazione indetta a Roma da diverse sigle sindacali contro la militarizzazione del Corpo Forestale dello Stato.
“L’incorporazione della Forestale nell’arma dei Carabinieri – affermano Ferrero e Acerbo – è una delle tante sciagurate misure previste dal decreto Madia, una scelta che va contro gli interessi generali del paese, la salvaguardia dell’ambiente e dei beni comuni quanto contro i diritti di lavoratrici e lavoratori. E’ assolutamente incredibile e inaccettabile che 7mila lavoratrici e lavoratori appartenenti alla Forestale debbano perdere il loro status civile e tutti i loro diritti sindacali. Questo governo disprezza i lavoratori e i loro diritti e tantomeno di salvaguardare un patrimonio di competenze frutto di una storia secolare. Il Corpo Forestale dello Stato è un corpo di polizia civile, sindacalizzato e con diritto di sciopero. Come si può pensare di cancellare tutto questo? Un governo riformatore non dovrebbe al contrario ragionare sulla smilitarizzazione di corpi di polizia come la Guardia di Finanza e l’Arma dei Carabinieri e garantire a quei lavoratori diritti che si vedono ancora negati?”.
“Non è – si chiede Rifondazione Comunista – che queste pseudo-riforme si fanno sempre per tutelare gli alti gradi con i vertici della Forestale che ne guadagneranno e i Forestali che torneranno indietro di decenni? Ribadiamo che non sono in ballo soltanto i diritti dei lavoratori ma la tutela del nostro ambiente, del paesaggio, del patrimonio agro-forestale. Quella della Madia è una pseudo-riforma sconsiderata che crea problemi organizzativi enormi per fare solo un esempio nell’affrontare l’emergenza incendi. Il CFdS è specializzato nello spegnimento degli incendi boschivi mentre i VVFF lo sono per quelli urbani. Disperdere il CFdS nei Carabinieri, che di incendi nei boschi non si sono mai occupati specificamente, significherebbe, per un Paese come il nostro, consentire che fra poco tempo gli incendi boschivi (dolosi e non) aumenterebbero in modo esponenziale con gravi rischi anche per le zone urbane limitrofi ai boschi o alle macchie mediterranee. La “riforma Madia” è un ecomostro e per questo la lotta dei forestali va sostenuta”.