“E’ importante che i governi lavorino il prima possibile a normative per affrontare” lo sviluppo e l’uso del riconoscimento facciale, ha spiegato Pichai intervenendo sull’eventualità al vaglio dell’Ue di introdurre una moratoria di cinque anni per l’uso della tecnologia nei luoghi pubblici in Europa, al fine di valutarne l’impatto e i rischi. Al momento – ha evidenziato il Ceo di Mountain View – Google non offre prodotti per il riconoscimento facciale generico perché è una delle “applicazioni ad alto rischio” che i governi dovrebbero considerare come priorità.
“Non ho dubbi sul fatto che l’intelligenza artificiale debba essere regolata” da standard globali, per questo “l’allineamento internazionale” anche tra Ue e Usa “sarà essenziale, abbiamo bisogno di un accordo sui valori fondamentali”. Lo ha detto il Ceo di Google, Sundar Pichai, intervenendo a una conferenza sull’Intelligenza artificiale (AI) organizzata dal think-tank europeo Bruegel. Pichai ha indicato il regolamento europeo sulla protezione dei dati come un modello a cui ispirarsi.
L’Ue non deve “partire da zero, le norme esistenti come il Gdpr possono costituire una base solida” anche per l’intelligenza artificiale, ha spiegato il Ceo, che auspica lo sviluppo di “un quadro normativo ragionevole” con “un approccio proporzionato”, capace di “bilanciare i potenziali danni e le opportunità sociali” della tecnologia.
“Quando ci sarà una regolamentazione – ha aggiunto Pichai – ci saranno organi” appositi “che avranno il controllo” dell’utilizzo dell’AI. Il ceo di Mountain View ha incontrato i vicepresidenti Ue Margrethe Vestager e Frans Timmermans, responsabili per il digitale, la concorrenza e la sostenibilità. Affinché la regolamentazione dell’intelligenza artificiale “funzioni bene, dobbiamo agire insieme”, ha affermato Pichai, sollecitando una maggiore inclusione del settore privato nei progetti nazionali e il rafforzamento delle alleanze transfrontaliere.
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