“Controlli alle frontiere ed ai porti e clausola di salvaguardia sulle importazioni di riso da Cambogia e Myanmar (Birmania), perché è minacciata una produzione tipicamente europea come la varietà Japonica”. Lo sollecita il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, denunciando le ‘anomalie’ della campagna risicola in corso.
“A sei mesi dall’introduzione della clausola di salvaguardia, che ha arginato le importazioni di riso Indica dal Sud Est Asiatico, il mercato europeo è nuovamente invaso da importazioni a dazio zero di riso dal Myanmar, questa volta del tipo Japonica – osserva il presidente di Confagricoltura -. Occorre controllare che le importazioni dalla Birmania non siano riferibili al tipo Indica, fatto passare per Japonica per aggirare la clausola di salvaguardia. È indispensabile salvaguardare la nostra risicoltura anche da queste importazioni soprattutto perché, nell’Unione Europea, il riso Japonica rappresenta il 75% della produzione totale”.
Come già avvenuto per il riso Indica, il presidente Giansanti ha deciso di scrivere al presidente della Commissione europea Juncker, alla vicepresidente Mogherini e alla commissaria per il Commercio, Malmstrom, per sensibilizzarli sul problema. Oltre a ciò ha avviato un’azione di sensibilizzazione delle altre associazioni agricole dei principali paesi produttori di riso (Spagna, Portogallo e Grecia) chiedendo ad esse ed al Copa-Cogeca (il coordinamento europeo delle organizzazioni agricole e cooperative) di impegnarsi con Confagricoltura in questa azione di giusta tutela dei risicoltori.
Secondo i dati forniti dalla Commissione europea e commentati da Ente Risi – informa Confagricoltura – dall’inizio della campagna, fino al 31 marzo 2019, l’Unione europea ha importato dal Myanmar 22.755 tonnellate di riso lavorato Japonica, il 54% delle quali rappresentate da riso Lungo A, mentre nel solo mese di aprile le importazioni hanno riguardato ben 11.261 tonnellate.
“Un aumento delle importazioni del 149% in pochi mesi è insostenibile e, continuando con questo ritmo, potrebbe portare al collasso della nostra produzione, visti i prezzi cui il prodotto è venduto – rimarca Massimiliano Giansanti -. La Commissione Europea deve tornare ad agire velocemente. Non possiamo permetterci di aspettare due anni come già avvenuto per l’attuazione della clausola di salvaguardia per il riso di tipo Indica proveniente sempre dal Sud Est Asiatico. Intanto i controlli alle frontiere ed ai porti, sul prodotto importato, dovranno essere sistematici ed attenti”.
“A Bruxelles occorrerà pure – conclude il presidente di Confagricoltura – mettere dei paletti nei negoziati bilaterali con il Mercosur e con l’Australia (avviato recentemente) che prevedono un ampliamento dei contingenti di riso esportabili nella UE a dazio zero o comunque ridotto. Tra l’altro abbiamo sempre contrastato le troppe concessioni nel settore risicolo dell’accordo concluso con il Vietnam, anche per il rischio di possibili triangolazioni”.
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