Il chitarrista statunitense presenterà brani del disco “Purple House”, della sua produzione precedente ed anche degli inediti
Il leggendario chitarrista Robben Ford sarà in concerto al Teatro D’Annunzio di Pescara nell’ambito di Pescara Jazz il prossimo 11 luglio. Il concerto, organizzato dall’Ente Manifestazioni Pescaresi in collaborazione con Alhena Entertainment vedrà come Opening Act il Lorenzo Tucci Trio Special Guest Karima. Difficile definire lo stile particolare di Robben Ford, un mix di tanti generi musicali che spazia dal blues al jazz fino alla fusion e al funky. Tante le sue collaborazioni nel corso di una lunga e gloriosa carriera: si va da Miles Davis, ai Kiss, fino a Burt Bacharach, Muddy Waters, George Harrison e Joni Mitchell.
Il disco “Purple House” non ha tradito le attese ed è stato accolto molto positivamente da critica e pubblico. Sul sito della sua casa discografica italiana viene infatti presentato così:
“… l’album crea un’atmosfera brillante, con assoli di chitarra orecchiabili e ritmiche groovy accattivanti”.
Il concerto di Pescara è molto atteso: Robben Ford torna infatti dopo un po’ di anni a calcare il palco del Teatro D’Annunzio e non mancherà ancora una volta di ammaliare il suo pubblico. Lo abbiamo intervistato proprio per presentarci proprio la serata dell’11 luglio.
Torniamo indietro nel tempo, agli esordi della sua carriera: come è nata la passione per la musica?
“Tutta la mia famiglia era coinvolta nella musica, tutti cantavano e suonavano uno strumento. Il sassofono è stato il mio primo strumento, ma ho sentito forte il richiamo della chitarra quando ho ascoltato Mike Bloomfield con la Paul Butterfield Blues Band. Da lì il mio interesse per i diversi tipi di musica è cresciuto, anche se alla fine il blues e il jazz hanno vinto in termini di stile”.
Lei ha suonato con nomi che hanno fatto la storia della musica: cosa ci può dire di queste esperienze?
“Joni Mitchell, Jimmy Witherspoon e Miles Davis sono stati i più importanti. Hanno tutti la capacità di incitare i musicisti che li circondano a dare il meglio e persino andare oltre le loro stesse possibilità. Penso che sia il marchio di una vera leadership. Definirli dei veri maestri nei loro generi è dire poco”.
Parliamo dell’album “Purple House”, dai critici giudicato uno dei migliori della sua carriera: come è nato?
““Purple House” è il disco più audace che abbia mai fatto. Sono andato alla ricerca di un nuovo sound e uno stile di produzione particolare e penso che io sia riuscito con i miei musicisti a raggiungere lo scopo. Ho volutamente trascorso più tempo in studio per fare questo e non solo cercare la didascalia, suoni naturali o buone prestazioni, ma andando oltre. Con questo spirito il disco è più simile a un dipinto, è rock che ha dentro un centro “swing” e non è sovraprodotto”.
Qual è il suo rapporto con l’Italia?
“L’Italia è il mio paese preferito: è paragonabile solo al Giappone per quanto io apprezzo le persone, il modo in cui rispondono alla musica e lo stile di vita che si adatta perfettamente al mio temperamento”.
Tornerà a breve al Pescara Jazz dopo tanto tempo: che concerto sarà?
“La band sarà la stessa che ha registrato “Purple House”. Suoneremo dunque brani del disco, parte della mia musica da precedenti album e anche degli inediti. Penso che alla gente il concerto piacerà davvero!”.
Crediti Mascha Thompson