L’arte attuale prende molto spesso spunti da quella del più recente passato, così come ne assorbe gli stili per poi effettuare quella trasformazione necessaria a renderli adatti ai tempi correnti, calati nella realtà contemporanea, dando così vita a nuove declinazioni dei linguaggi precedenti. La rivisitazione di alcuni movimenti di inizio Novecento può creare una sinergia forte e incisiva che li trasporta nel presente generando inedite forme orientate a una maggiore interiorizzazione; la protagonista di oggi ha effettuato questo tipo di percorso, andiamo a scoprire in quale modo.
Il Futurismo fu il movimento che più fortemente si legò ai cambiamenti epocali che il mondo stava affrontando proprio in virtù di scoperte tecniche e scientifiche destinate a modificare per sempre il modo di vivere e di pensare, un momento di grande propulsione verso un progresso che stava gettando le basi per le conoscenze e le evoluzioni successive in ogni settore. L’arte non poteva ignorare quella fase di trasformazione che stava segnando un distacco netto da tutto il percorso precedente per dare vita a nuovi canoni espressivi in cui la figurazione cominciava a spogliarsi dal Classicismo per adeguarsi a quel frenetico movimento verso il futuro che sembrava essere divenuto l’imperativo dei primi decenni del Novecento, evolvendosi successivamente attraverso altri modi espressivi che dall’idea futurista hanno preso spunto e base di partenza.
Lo stile pittorico di Roberta Coral si pone come rivisitazione degli schemi del Futurismo in sinergia con altri tratti pittorici tipici dell’Astrattismo e del Cubismo Orfico, da cui elabora quattro differenti cicli creativi – Segrete Armonie, Labirinti, Geometrie e Al Femminile – su cui si sposta per manifestare il suo pensiero e raccontare l’emotività del momento. La sua arte si basa sulla mediazione tra figurazione e astrazione, si esprime attraverso le linee necessarie per nascondere e al tempo stesso svelare e in alcuni casi esaltare le immagini delle protagoniste delle sue opere, opere nelle quali però viene in qualche modo abbandonato il senso della rapidità per abbracciare l’idea di un movimento più lento, un fluire di sensazioni e turbamenti che mettono in risalto e fanno da sfondo alla parte più figurativa delle sue opere.
Perché se da un lato è vero che anche la società contemporanea mantiene dei ritmi frenetici, probabilmente molto di più di quanto non lo fossero quelli dei primi decenni del Novecento sebbene per motivi differenti, lo è altrettanto che l’uomo e la donna contemporanei sentono il bisogno di vivere all’interno di una dimensione più introspettiva, più orientata a capire se stessi in un mondo in cui la salvezza dall’individualismo risiede proprio nella coscienza della propria forza che fuoriesce solo dopo aver affrontato le proprie debolezze.
Nell’opera Effetti collaterali la donna protagonista, ripiegata su se stessa in posizione quasi di pentimento o di rimorso per quanto compiuto, sembra essere avvolta dalle stesse conseguenze delle azioni che hanno poi dato vita a eventi collaterali, appunto, di cui solo dopo, nell’attimo della presa di coscienza, riesce a prenderne davvero atto. La Coral è bravissima a generare l’idea del movimento del susseguirsi degli episodi, attraverso la scomposizione del fondo, frammentato da linee che restano in secondo piano ma che vanno a sfiorare anche la donna, dando all’osservatore la sensazione che tutto ciò che viene compiuto resta addosso determinando tutto ciò che verrà dopo.
In Dentro il pericolo la figurazione diviene protagonista assoluta, è lo sguardo della donna su il fulcro della tela, spaventato ma anche in certo modo rassegnato in attesa che quel senso di pericolo si concretizzi e divenga inevitabile realtà; qui la scomposizione è appena accennata, sono più i simboli ripetuti e declinati in differenti colori e forme a infondere l’idea del rischio di ciò che circonda quello sguardo.
Il dipinto In simbiosi invece è decisamente di più forte impronta futurista, con l’immagine che tende a perdersi nell’astrazione di un lento fondersi della protagonista con l’ambiente esterno, o forse con un altro da lei, o ancora con una scoperta del bisogno di appartenere a un contesto da cui a volte si sente esclusa. Ecco dunque giungere la necessità di adeguarvisi, di conformarsi e identificarsi in ciò che non la farà più sentire al margine, una camaleontica modificazione per non soccombere alla solitudine e sentirsi parte di un tutto più grande, anche se spesso è proprio quell’adeguamento a indurre a nascondere la propria reale identità.
E infine Sogno a Venezia, in cui la scomposizione diventa protagonista assoluta del ricordo di un Carnevale nella città d’acqua più bella del mondo, in cui la frammentazione è funzionale all’idea di una memoria che mette in risalto la sensazione attraverso i colori vivaci e vividi, evidenziando il caleidoscopio di tasselli di attimi vissuti che portano l’osservatore esattamente in quel turbinio di rumori, di allegria e di emozioni di un giorno lontano nel tempo. Roberta Coral ha alle sue spalle un lunghissimo percorso di studi artistici, dal disegno all’ornato, dalla grafite alla sanguigna a effetto pittorico, fino all’anatomia del nudo con i più grandi maestri del nord Italia, studi grazie ai quali ha potuto sviluppare il suo stile originale e assolutamente riconoscibile.
ROBERTA CORAL-CONTATTI
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