MILANO – Il venerdì mattina dalle ore 8 alle ore 9 in diretta su Rtl 102.5, il consueto appuntamento con Giletti 102.5 condotto da Massimo Giletti e Luigi Santarelli. Al centro sempre la stretta attualità e, come sempre, microfoni aperti per tutti gli ascoltatori che vogliono dire la loro su tutti i fatti più importanti della settimana, e con grandi ospiti.
Nella puntata di oggi la voce di Rocco Siffredi: “Io mi vedo come un amico di intimità di molte persone, il complimento più che bello che mi dicono è: “Rocco, grazie a te sono riuscito a fare sesso in maniera naturale”. Ci sono tantissime coppie che hanno grande difficoltà a parlare di sesso tra loro e non si dicono una parola per paura di offendere l’altro, è assurdo. La sessualità dovrebbe essere un altro mondo, bisogna viverla in profondità, se lo fai pieno di problemi e di pensieri sbagliati che sesso ti arriva? Non riesci a vivere l’orgasmo, quello vero, quello in cui la persona si abbandona e non si ricorda neanche come si chiama. Io ho lottato tutta la mia vita per far fare l’orgasmo reale alle donne, ma loro sono molto brave a fingerlo”.
Sul tema dello stupro, di cui si parla molto in questo periodo, e dell’atteggiamento che i ragazzi hanno al giorno d’oggi nel vivere la sessualità: “I deficienti sono ovunque, molti ragazzi hanno l’impressione che le ragazze siano tutte pornostar e che siano disposte a fare qualsiasi cosa, non fanno distinzioni, soprattutto a quell’età che è molto pericoloso, dove ti senti figo e il testosterone è a diecimila. Attenzione però perché anche tante ragazze imitano le pornostar, si propongono in maniera sbagliata, danno un’idea sbagliata, il problema sono tutti e due, le donne a volte per farsi fighe si propongono per sesso estremo e i ragazzi non ci capiscono più nulla, è una mancanza educazione da quel punto di vista, che andrebbe fatto prima, fin dai 13 anni, da parte dei genitori”.
E infine: “Mio figlio sta con la stessa ragazza da dieci anni, ma gli dico che magari potrebbe finire perché lei potrebbe avere voglia di qualcosa d’altro, penso che bisogna prepararli anche al peggio e insegnargli a non reagire in maniera violenta perché nessuno di noi ci appartiene, se una storia finisce non puoi diventare matto e lo faccio per prevenire l’uomo contro la violenza sulle donne”.