“Rohesia Pas Dosé”, il nuovo singolo di Francesco del Prete: l’intervista

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francesco del prete quadrato

“Si può ascoltare un vino? Qual è l’effetto della combinazione tra vino e musica? Con il maestro Francesco Del Prete abbiamo voluto indagare a fondo per trovare una risposta e da questa ricerca”

Da sabato 9 luglio è disponibile, in anteprima su tutte le piattaforme digitali, Rohesia Pas Dosé, singolo “apri-pista” del violinista Francesco del Prete in uscita per l’etichetta Dodicilune. Il brano, realizzato in coproduzione con l’azienda vinicola salentina Cantele, anticipa l’uscita del prossimo disco che verrà pubblicato dopo l’estate. Immaginate un tramonto d’estate, il profumo delle rose e le bollicine che delicatamente avvolgono il vostro palato. Un dialogo serrato tra violino e violoncello, entrambi intenti a tessere trame melodiche che trovano sfogo in ritornelli danzati, un rincorrersi in crescendo punteggiato da pizzicati e delay a ricreare bollicine e freschezza.

Francesco del Prete ci ha gentilmente concesso un’intervista.

“Rohesia Pas Dosé” è il tuo nuovo singolo, di cosa si tratta?

Un anno fa ho visitato Cantele, una storica azienda vinicola salentina ormai radicata sul territorio nazionale e ampiamente riconosciuta a livello internazionale, che ha fatto di qualità, originalità e passione i propri marchi di fabbrica. Sono immediatamente rimasto colpito da approcci e intenti sinestesici adottati: trasformare i propri vini in una esperienza multi-sensoriale attraverso sapori, fragranze, forme, colori, profumi… Ma, mi sono chiesto, e il suono? Ecco perché ho proposto ai responsabili della Cantina di scegliere alcune tra le loro più prestigiose “creazioni” per le quali io avrei provato a scrivere delle vere e proprie colonne sonore; hanno accettato di buon grado e così dopo aver studiato le caratteristiche proprie di ogni bottiglia (colore, note gustative, modalità di produzione, sentori olfattivi, intensità, corpo, eventuale effervescenza, nome, etichetta,…) mi sono lasciato ispirare e trasportare: ROHESIA PAS DOSÈ è la prima opera sonora (di altre che saranno raccolte in un lavoro discografico in uscita dopo l’estate) realizzata per l’occasione.

Cosa vuoi trasmettere con questo brano?

Come già evidenziato nella precedente risposta, l’intento è quello di provare a sottolineare le sensazioni scaturite dai vini presi in considerazione, senza fermarsi al gusto, al profumo o al colore (da tenere in forte considerazione nella scrittura del brano in questione, ovviamente, ma non pienamente sufficienti, secondo me) bensì scendendo più in profondità nelle considerazioni: col termine Rohesia, per esempio, in latino medievale si indicava la “rosa”, ovvio quindi che nelle mie osservazioni e scelte musicali sia stato inevitabile riflettere sul fiore in questione, simbolo dell’amore e della bellezza per eccellenza.

Che tipo di accoglienza ti aspetti?

Che la gente ascoltando il brano abbia voglia di gustare il vino; o che gustando il vino sia tanto stimolata ed incuriosita da ascoltare il brano; oppure, meglio ancora, unire le due esperienze sì da sublimarne il momento al fine di acuire ed approfondire la percezione di se stessi.

Come ti sei avvicinato al mondo della musica?

È stato mio padre a farmi scoprire il violino, appassionato com’è di musica classica, ma temo non avesse minimamente considerato o immaginato i miei futuri sviluppi: andare oltre le risorse melodiche del mio strumento scoprendone potenzialità ritmico-percussive, armoniche, rumoristiche, che in ambito classico non si trovano rappresentate; da qui il mio crescente interesse verso il jazz e la musica improvvisata da una parte, e verso la composizione dall’altra.