Mercoledì 10 giugno nuovo appuntamento con “Italia in Preghiera” su Tv2000, Inblu Radio. La preghiera sarà presieduta dal cardinale Bassetti
ROMA – Tv2000, InBlu Radio, Avvenire, Sir, Federazione dei settimanali cattolici e Corallo, d’intesa con la Segreteria generale della Cei, invitano i fedeli, le famiglie e le comunità religiose a ritrovarsi, mercoledì 10 giugno, alle 21, per recitare insieme il Rosario che verrà trasmesso da Tv2000 (canale 28 e 157 Sky), InBlu Radio, e su Facebook.
La preghiera andrà in onda dal Santuario della Madonna del Bagno a Casalina (Deruta, PG) presieduta dall’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti.
IL SANTUARIO DELLA MADONNA DEL BAGNO
Il Santuario, fondato nel XVII secolo, si trova nel territorio della Parrocchia di Casalina comune di Deruta (in provincia di Perugia). Attualmente la CARITAS Diocesana di Perugia – Città della Pieve, con la presenza di una sua comunità, garantisce l’apertura ai pellegrini. All’interno del Santuario, sono appese alle pareti numerose formelle di ceramica.
Un episodio quasi banale è all’origine di questa devozione alla piccola Madonna del Bagno. Siamo intorno alla metà del sec. XVII. Un frate zoccolante cappuccino va per un sentiero battuto dagli zoccoli degli animali, a metà costa tra la collina e il Fiume, costeggiando la vecchia arteria romana che oggi ha ceduto il posto alla grande strada E 45 (già Tiberina).
A un tratto scorge tra i sassi e l’erba uni resti d’una tazza da bevere, una piccola tazza dal fondo basso con una foglia per manico. Sul fondo interno della tazza una piccola immagine della Madonna col Bambino una immagine insolita, non convenzionale: il Bambino è in grembo alla Madre, non seduto ma quasi genuflesso sul ginocchio sinistro, in posizione scattante e quasi insofferente della positura (seduta) tenuta fin lì, come chi si appresta ad accorrere in aiuto di qualcuno che invoca soccorso da lui e di cui lui solo sembra udire la voce.
La sua mano destra sostiene una sfera, il mondo, dove vivono gli uomini per i quali è venuto, i suoi fratelli che è venuto a salvare. Alla Madre, che sembra osservarlo stupita, Egli indica con la mano sinistra l’oggetto e la ragione della sua urgenza: il mondo che solo lui può salvare perché quel mondo è suo, perché Lui l’ha creato, perché Lui l’ha redento, perché solo da Lui può giungere ad esso il perdono. E con il perdono la speranza. Il devoto fraticello non vuole che la piccola tazza con la sacra immagine resti in terra, esposta al rischio d’essere calpestata e magari frantumata dagli zoccoli degli animali e magari dalle ruote dei carri. La depone delicatamente su una giovane querciola, una breve preghiera e via per la sua strada.
Una sistemazione precaria che non può durare. Difatti la tazza cade ancora e forse anche più volte, finché un giorno un merciaro di Casalina, di nome Christofono, non la fissa solidamente alla quercia. Avvenne poi che nel marzo del 1657 la moglie di Christofono, si ammalò gravemente fino a ridursi in fin di vita. Il pover’uomo, giunto davanti alla quercia e all’immagine di Maria che lui stesso aveva fissato all’albero, levò alla Madre di Dio una preghiera per la guarigione della moglie. Alla sera, tornato a casa dalla fiera, la trovò perfettamente guarita e intenta ai lavori domestici ‘che scopava la casa’.
La notizia del miracolo si diffuse in un baleno. Incominciò subito il pellegrinaggio alla Quercia del Bagno, e una piccolissima cappella fu costruita in pochissimo tempo a racchiudere la Quercia e l’Immagine, tanto che l’autorità ecclesiastica si trovò costretta a interdire l’accesso alla medesima. Contemporaneamente partì il processo che doveva stabilire se la nuova devozione poteva essere permessa o se si dovesse interdire il pellegrinaggio popolare. Un mese dopo il culto alla Madonna della quercia fu approvato, sotto il titolo di Madonna del Bagno. Il processo si esaurì in meno di un mese e il culto venne approvato. Subito riprese il pellegrinaggio alla quercia e il 28 ottobre dello stesso anno, a cappella non ancora terminata, una grande festa con la partecipazione di fedeli da tutta la valle antistante e oltre, segnò l’inizio ufficiale del culto. La cappellina si dimostrò subito insufficiente e nel 1687 era già nuova una chiesetta più grande, corrispondente, nella pianta, all’attuale [tratto dal sito del Santuario]