L’adozione dei nuovi standard del digitale terrestre mette a rischio di saturazione il sistema di raccolta e riciclo dei ‘vecchi’ apparecchi TV, con un +80% di incremento di rifiuti
ROMA ‒ Un vero e proprio boom di accumulo rifiuti: l’entrata in vigore del nuovo standard del digitale terrestre rischia di avere gravi ripercussioni sugli impianti di gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici. L’AssoRAEE ‒ Associazione Recupero Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche ‒ lancia quindi un allarme scrivendo una lettera al Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani.
L’impegno a gestire lo smaltimento dei RAEE “si scontra oggi con le difficoltà operative degli impianti che li devono trattare”: l’incremento di flussi di questi rifiuti è stato dell’80%, e il pericolo è che si raggiunga il limite quantitativo autorizzato e venga reso impossibile l’ingresso dei televisori negli impianti.
Nella lettera, firmata anche dal Centro di Coordinamento RAEE e da varie associazioni della filiera dello smaltimento di apparecchiature elettriche ed elettroniche, si evidenzia che finora il sistema è riuscito a fronteggiare questo eccezionale incremento dei rifiuti, ma essendo gli acquisti destinati a salire, in particolare nel periodo natalizio, è necessario un intervento a livello ministeriale per trovare una soluzione. Anche perché la rottamazione dei vecchi televisori è incentivato dal bonus TV e da numerose offerte speciali.
“Nelle prossime settimane, complici le promozioni di vendita e le prossime festività natalizie, i flussi aumenteranno ben oltre le capacità di stoccaggio” spiega AssoRAEE.
È stato quindi chiesto al ministro Cingolani che, in via eccezionale e limitatamente al periodo ritenuto necessario, si adotti una misura che elevi temporaneamente i quantitativi e i tempi massimi di stoccaggio previsti per gli impianti di trattamento.
Quasi ogni famiglia ormai ha più di un televisore in casa. Milioni di questi apparecchi stanno ora diventando ‘antiquariato’ perché incompatibili con le nuove tecnologie, e il passaggio al digitale di seconda generazione rischia di far collassare un sistema che, come il RAEE, garantisce un trattamento che smaltisce in modo sicuro le sostanze inquinanti e consente il riutilizzo delle materie prime.