Salis spiega con numeri alla mano (e fonte dei numeri) che “a Milano le case popolari sfitte sono più di 12mila”, di cui oltre cinquemila del Comune e oltre settemila di Aler, numero che considerando la città metropolitana sale a 15mila. “Dunque un quinto delle case popolari non è assegnato” sottolinea. In lista per avere alloggi popolari ci sono 10 mila famiglie ma, ha aggiunto, negli ultimi tre anni le abitazioni effettivamente assegnate sono state 2.818. E le case non assegnate che vengono occupate di solito sono “in condizioni fatiscenti” e sono abbandonate da anni.
“Essere occupante vuol dire abitate questo spazio precario e faticosamente trasformarlo in un luogo che si possa chiamare casa cercando di sistemarlo coi pochi mezzi a disposizione che si hanno”, è “uno stigma sociale”. E “in questo contesto di strutturale emergenza abitativa – sottolinea – i movimenti di lotta per la casa agiscono per aiutare il prossimo” e sono “un baluardo di resistenza contro la barbarie della nostra società”.
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