Un brivido scende sempre lungo la schiena, arriva fino le gambe e fa sentire la bellezza delle parole, la musica, il rintocco di San Luca che scandisce l’evocativo del testo. Il richiamo a trovarsi. Ogni volta che la ascolto, ovunque sono, in macchina come davanti il pc e guardo il video della canzone, San Luca emoziona e coinvolge, ritma nel cuore quanto serba e lo rilascia facendosi eco di un battito bello, lento, cadenzato, con il santuario che guida i passi e le parole, ci guida.
Un componimento pieno di vita, uno spaccato che abbraccia nella Bologna di Cremonini e Carboni e giunge nell’immaginario delle loro voci piene di pathos, ricche di dolcezza, di visione, di fragilità e genialità di loro due artisti, cantautori della mitica Bologna che si uniscono per richiamare le loro origini e la loro attualità.
“San Luca” ti prende per mano, ti avvolge, ti fa sognare ad occhi aperti, ti porta per mano “a correre fino San Luca”, ti fa vedere la “Madonna di San Luca brillare nel buio”, ti fa aprire il cuore a Lei e a Colui che solo può fare miracoli, “perché io come te non li so fare”.
“Quanti ragazzi ci annegano e fa male al cuore”, quanta realtà che scorre nelle pianure delle città, nelle notizie dei giornali, nei telegiornali e quanta tragedia che non riusciamo ad evitare o che potremmo provare a deviare andando a correre soli fino San Luca, fino la meta che può darci pace distaccandoci dagli altri nonostante fuori sia uscito il sole e tutti vanno al mare.
Potremmo provare a farlo, a essere i primi nel segnare una via per portare luce nel sole cocente delle dinamiche abitudinarie, fisse radicate del mondo, come tra i portici in un temporale seguire la via dove non ti senti più solo; la via verso la serenità d’animo, la pace, la gioia intima di una piuma che danza e vola e c’alleggerisce di tanti pesanti pensieri.
Allontanarci per ritrovarci, per poco tempo interminabile di grazia, per guardare il futuro e avere il coraggio di capire che non siamo onnipotenti ma solo piccoli desideranti in viaggio, con pensieri assillanti ma anche con la bellissima percezione di “sperare che non sia tutto qui”.
Capita anche a te, di camminare giorni interi, interminabili e sprofondare nei pensieri abbandonata a desideri inconfessabili, sì capita anche a te di continuare ad aspettare i Suoi miracoli, io come non li so fare ma poi è bellissimo sperare che non sia tutto qui, sì capita anche a te”, la felicità proprio come me non lo dici mai capita anche a te, di perderti, di volertene stare sola.
“Proprio oggi che era uscito il sole mentre e gli altri se ne vanno la mare, voglio stare da solo così magari mi trovo, sì” dice la canzone.
Quanta verità nascosta tra le pieghe dell’esistenza, dove tanti corrono frettolosamente per doveri e lavoro, tanti per impegni vari di distensione e rilassamento e poi c’è chi invece si immerge in un “sentiero nuovo” fino San Luca dove il suono delle campane ti fa accorgere di una realtà immensamente infinitamente più grande che permette di ritrovarti prendendoti nella tua unicità, nella tua originalità, ti stupisce e ti riconcilia senza farti annegare, ti ridona a te stesso trascurando gli altri per poi ridonare tutto e di più a chi ti sta accanto e a chi ti ascolterà.
San Luca porta in sé un messaggio importantissimo e lo fa in maniera sentita, con la genialità di Cesare Cremonini che si fa autore, protagonista, artista pieno di un testo vissuto che coordina quanto vuole ridonare, di un Carboni che si appropria perfettamente con la sua voce graffiante di parole preziose.
“Io una preghiera non la so fare” canta, però sa dire quanto di potente c’è nel porsi in ginocchio verso chi è il Tutto.
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