L’idea di fondo sulla quale in queste settimane Amadeus ha lavorato con la sua squadra è stata la realizzazione di un grande spettacolo in un teatro assimilabile a uno studio televisivo dove – come chiariscono anche le Faq pubblicate sul sito di Palazzo Chigi – la presenza del pubblico è ammessa, come peraltro accade in diversi show della Rai e della concorrenza.
Ma dopo giornate di forte tensione, di amarezza, di sensazione di isolamento, a mente lucida è prevalso nel conduttore e direttore artistico il senso di responsabilità per il proprio ruolo: far saltare Sanremo significherebbe mettere in seria difficoltà tutti coloro che ci lavorano, l’industria discografica che spera in un segnale di ripartenza, la Rai stessa che grazie al festival lo scorso anno ha messo in cassa oltre 37 milioni di ricavi pubblicitari.
Di qui la decisione di Amadeus di fare un passo avanti, in vista del 2 marzo: sarà l’azienda, in base al protocollo organizzativo e sanitario con cui a Viale Mazzini si sta cercando un punto di equilibrio tra le indicazioni del governo e quelle degli esperti, e sarà il Cts a decidere sulla presenza o meno di figuranti in sala e sulle modalità in base alle quali l’evento possa svolgersi in sicurezza. Quella sicurezza che non può non restare al primo posto anche per chi sta lavorando al festival per amore del pubblico e per regalare agli spettatori un momento di leggerezza.
L'Opinionista® © 2008-2024 Giornale Online
Testata Reg. Trib. di Pescara n.08/08 dell'11/04/08 - Iscrizione al ROC n°17982 del 17/02/2009 - p.iva 01873660680
Pubblicità e servizi - Collaborazioni - Contatti - Redazione - Network -
Notizie del giorno -
Partners - App - RSS - Privacy Policy - Cookie Policy
SOCIAL: Facebook - Twitter - Instagram - LinkedIN - Youtube