SANREMO – “Sono certo che Achille Lauro stia cercando Dio per vie traverse. Lo invito ad avvicinarsi a Gesù. Noi sacerdoti dobbiamo favorire questo incontro con la Chiesa e facilitare i sacramenti, non censurare, altrimenti il nostro essere sacerdoti non avrebbe senso”. Lo dice Fabrizio Gatta, ex conduttore televisivo, oggi sacerdote. “Sei sempre il benvenuto, Lauro”, aggiunge Gatta, che è di origini romane come lui, anzi “del suo stesso quartiere”.
“In questa chiesetta in piazza Bresca – dice, indicandola – che è la piazza della movida sanremese, ex mercato del pesce di fronte al porto, in questa vecchia Parrocchia dei Pescatori, abbiamo deciso di aprire, dalle 10 alle 22, esponendo Gesù sacramentato in modo che chiunque possa venire ad accendere una candela, a pregare, a vivere un momento di raccoglimento con Gesù”. La prima sera, quando Achille Lauro ha cantato ‘Domenica’ con l’Harlem Gospel Choir, Fabrizio Gatta era in sala.
Il momento dell’auto battesimo di Achille Lauro lo aveva ferito, spingendolo ad affermazioni forti. Prima della seconda esibizione di ieri sera, ha scelto invece di essere più mite: “Ero un po’ ferito e ho alzato i toni a causa di una mancanza di rispetto verso tanti credenti. Capisco però che la fede vada bilanciata con le esigenze degli artisti e che non si può esercitare la censura. Si potrebbero usare – conclude – toni un po’ più morbidi per non urtare la suscettibilità di chi crede”.