“Se, come emerge in queste ore – spiega Paragone – Salzano ha in gara oltre dieci artisti più quelli che saranno ospitati più Claudio Baglioni che sarà il direttore artistico, è ovvio che c’è qualcosa che non va. Parliamo, vale la pena ricordarlo, di scelte fatte ben prima del nostro arrivo, ma questo non toglie che sia necessaria una spiegazione. Il cerchio magico Baglioni-Salzano si regge sulla casa discografica Sony e in un mercato come quello musicale, che già non vive tempi semplicissimi, è assurdo pensare di dare una fetta così ampia del Festival di Sanremo a un solo protagonista”.
E ancora: “Gestire super ospiti, avere più artisti in gara, significa nuovi dischi, serate televisive, organizzare tournée e relativa biglietteria. Vuol dire prendersi una grossa fetta di mercato generato dal Festival. Allora, se un gran pezzo della discografia in gara è in conflitto di interessi con il suo direttore artistico, in conflitto di interessi con il suo manager Ferdinando Salzano è necessario approfondire la questione. Il Festival è un momento importante, per la musica, per gli italiani. È giusto che lo sia per tutti, non solo per alcuni”.
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