Una vita breve, nasce nel 1207 e muore nel 1231 all’età di soli ventiquattro anni, che ha irradiato lucentezza e miracoli fino ad oltrepassare i secoli e giungere al nostro oggi e così nell’oggi la ricordiamo e la veneriamo.
Chiediamo la sua potente intercessione che ha compiuto prodigi e guarigioni miracolose.
Santa Elisabetta ti celebriamo il prossimo 17 novembre, giorno della tua nascita al Cielo come astro brillante e insieme meditiamo la tua esperienza terrena esemplare di dono gratuito ai sofferenti e ai poveri tralasciando del tutto la nobiltà e il denaro che ti hanno rivestito sin da subito. Un dono per l’umanità segnata.
Ancora dopo ennesimi giorni dalla tua dipartita e da quella del tuo serafico padre San Francesco, vediamo l’umanità virare al successo, ai soldi e a potere in assoluta priorità e ostinazione. Nel 2024 risultiamo incapaci di frenare il nostro bisogno di acclamazione e corriamo verso l’apparenza che il mondo ci propina, astemi dell’acqua di vita nuova. Preferiamo il lustro al vero, bigiotteria all’oro.
Non crediamo che opporci a questa traiettoria ci dia altro e maggiormente, non ci concediamo il beneficio di osare né adoperiamo alcun coraggio per distinguerci.
Eppure tanti sono i prodigi di cui sei stata mediatrice secondo la “Relatio miraculorum «Incipiunt miracula sancte Elyzabet”.
Santa Elisabetta guarì un bambino nato cieco, fece risorgere un bambino di tre anni che morì dopo una acuta infermità. Era il 16 ottobre 1232 e il suo corpo giaceva ormai freddo. Elisabetta guarì una fanciulla gibbosa e scrofolosa, una ragazza paralitica, un ragazzo zoppo, riportò alla vita un giovane annegato e un bambino di tre anni il 25 luglio 1232 quando accadde che la signora Lutrude de Rudene, della diocesi di Magonza, trovò il suo bambino di tre anni e mezzo, chiamato Wezelino, morto da alquanto tempo. Strinse forte il suo corpo, fra gemiti e lacrime.
Chiamò poi le vicine per aiutarla a preparare le vesti per la sepoltura. Senza rassegnarsi, implorò Santa Elisabetta di intercedere per lui, accompagnando la preghiera con tante promesse. Sul calar della sera il bambino diede segni di vita e verso la mezzanotte stava ormai bene. Erano trascorsi cinque giorni! Lo attesta la madre Lutrude con giuramento. Lo giura anche Irmentrude, vicina di casa, accorsa a prestare aiuto. E ugualmente Corrado, dello stesso villaggio. Noi stessi – affermano i giudici ecclesiastici – abbiamo visto il fanciullo vivo e perfettamente sano.
E tanti altri sono i miracoli ad intercessione della Santa.
“Anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi” (Gv 14,12), e così è.
La storia dei Santi e dei martiri dunque non si è mai arresa né mai arrestata ma nel silenzio e nella bellezza di opere grandiose, perpetua e traccia vie.
Santa Elisabetta allora ti preghiamo di essere fulcro e mediatrice delle nostre suppliche e invocazioni, di guidarci, di insegnarci il bene vero e vivo nei cuori, nei gesti, nella carità, di darci forza e guarigione a lode e gloria di Dio.
A te salga il nostro inno di grazie, cara Santa umile Elisabetta.
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