Con azioni di breve, medio e lungo periodo, l’obiettivo è consolidare ulteriormente questo risultato e recuperare posizioni nel ranking mondiale, tornando a essere, in cinque anni, i primi in Europa per incoming.
Ma i dati 2023 dimostrano in modo inequivocabile, al di là di sterili e inutili polemiche, che il turismo è sempre più un pilastro strutturale dell’economia, ben evidenziando che le attività turistiche coinvolgono l’intero Sistema Italia – ossia trasporti, cibo, IT, lavori edili, e via discorrendo – e, pertanto, il contributo complessivo che il turismo apporta all’economia nazionale è ben più alto della quota PIL che viene assegnata dalle statistiche.
I pilastri su cui il ministero, consolidando i suoi primi anni di vita, ha puntato e punterà per la crescita organica del comparto sono la destagionalizzazione, la digitalizzazione, la valorizzazione delle risorse umane, gli strumenti finanziari strutturali, diversificazione offerta turistica e promozione esterna e interna per recuperare anche sul mercato interno. E questo è stato già messo in chiaro con l’adozione del primo piano industriale del settore, oltre con l’introduzione di prime misure mirate.
La destagionalizzazione rappresenta un punto essenziale per valorizzare la ricchezza nazionale: quarant’anni passati a pensare al turismo solo come “balneare” ha portato a risultati riduttivi. Oggi il ministero e tutto il governo ritengono che il turismo debba essere destagionalizzato e imperniato su patrimonio culturale, enogastronomia, sistema termale, cicloturismo, turismo medicale e del benessere, turismo dello shopping, unendo tutti i fattori dello stile di vita italiano – tanto apprezzato quanto invidiato da tutto il mondo.
Il decollo nel 2024 dell’Hub Digitale del Turismo (Italia.it) segnerà un passaggio epocale verso la digitalizzazione del settore, e, in quest’ottica, si dovranno sostenere le imprese nel processo di affiancamento e inserimento con progetti quali i ‘contratti di innovazione’.
La valorizzazione delle risorse umane, con una politica basata su formazione e attrazione talenti, è un punto cardine su cui agire per dare dignità alla spina dorsale del turismo e consentire alle imprese di disporre di risorse umane qualificate. Lo strumento del Fondo Nuove Competenze dovrà essere settorializzato per il turismo in quanto le esigenze del comparto, tenendo conto della sua trasversalità, sono totalmente diverse da quelle di altri settori dell’economia. In questo senso, come già realizzato con la parziale defiscalizzazione del lavoro festivo e notturno, il ministero intende proporre soluzioni per migliorare il sistema retributivo dei lavoratori.
Gli strumenti finanziari a sostegno della modernizzazione delle imprese e della conversione reale verso un turismo sostenibile e accessibile e rispettoso dei veri principi ESG sono un tassello vitale, e il ministero intende attivare in tempi brevissimi un confronto con i dicasteri competenti affinché gli strumenti finanziari siano efficaci, veloci, certi e vengano impegnate nel turismo risorse adeguate anche rivenienti dal nuovo assetto del Pnrr, superando la grave criticità degli ultimi anni che hanno visto spesso gli incentivi al turismo residuali rispetto ad altri settori.
Oltre a questo, gli importanti investimenti del mio dicastero sui cammini religiosi e gli interventi per ridare forte slancio ai piccoli Comuni a vocazione turistica vanno nella direzione di definire una proposta turistica, già ricca per natura, che profonda e altamente diversificata, e ciò è possibile solo dimostrandoci capaci di mettere a sistema quell’immenso potenziale di cui disponiamo.
Con questo percorso l’obiettivo di portare il turismo italiano al primo posto per flussi turistici in Europa non è una chimera, ma un progetto serio e perseguibile su cui il ministero, nella politica attiva del governo, intende confrontarsi – come ha già ampiamente dato prova di saper fare – con le imprese, i sindacati e tutti i portatori di interesse del settore”. Così il ministro del Turismo Daniela Santanchè sull’attuale situazione del comparto in Italia e sulle prospettive future del dicastero.
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