Sasha Torrisi ci parla di Itaca, il suo ultimo lavoro discografico

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Sasha Torrisi – ph Diego Feltrin

È uscito “Itaca”, il nuovo ep di Sasha Torrisi ed è in rotazione radiofonica “La mia prigione”, primo singolo estratto. “Itaca” è un progetto artistico ben definito che racchiude in sé varie forme d’arte tra musica, pittura, fotografia e poesia ed esce dopo undici anni dal precedente “Un Nuovo Me”. Non è facile etichettare questo EP con uno specifico genere musicale: di certo non mancano le ispirazioni al Rock, al BitPop, al Grunge, alla Prog, al cantautorato e, perché no, al passato con i Timoria di cui è stato il cantante dal 1997 al 2004. L’artista ci ha gentilmente concesso un’intervista.

È uscito “Itaca”, il tuo nuovo ep ed è in rotazione radiofonica “La mia prigione”. Di che cosa si tratta?

L’ep “Itaca” tratta di un tema a me molto caro, il viaggio. Come si evince dal titolo omerico, il viaggio è inteso come ricerca del proprio io interiore, della parte più vera e pura di noi stessi, come un moderno Ulisse a gonfie vele verso la propria Itaca. Le canzoni sono episodi di questo percorso e sono legate tra loro come fosse un piccolo concept album. Tra l’altro uscirà un secondo episodio di questo viaggio con un ulteriore ep che pubblicheremo più avanti. Entrambi gli ep saranno poi contenuti in un vinile di prossima uscita e a tiratura limitata e numerata. Il primo singolo estratto (la mia prigione) racconta proprio l’inizio di questa storia, dove il protagonista cerca di fuggire dalla prigione interiore imposta spesso dalla società in cui viviamo.

In questo lavoro discografico si incontrano diverse forme d’arte. Questo aspetto dà un valore aggiunto all’ep?

Certo, ho volutamente creato un progetto che non fosse soltanto musicale, ma che racchiudesse anche altre sfaccettature dell’arte, dalle fotografie di Diego Feltrin all’arte pittorica dell’artista Alessandra Carloni, dalla poesia di Kavafis alla videoarte di Gianluca Bonomo (nel videoclip). Ho cercato di curare ogni dettaglio con i miei preziosi collaboratori, per dare all’utente un contenuto artistico pregno di bellezza e tutto da scoprire.

Si tratta di un viaggio interiore, com’è nata questa esigenza?

Nasce da un momento difficile della mia esistenza. diciamo pure che per ritrovare l’equilibrio ho dovuto prima perdermi. Non amo raccontare del mio privato, ma si può capire molto ascoltando le mie canzoni.

Per te un’importante esperienza con i Timoria. Cosa ti è rimasto di quel periodo?

Beh si, è stata l’esperienza musicale più importante della mia vita finora. una sfida continua e una produzione artistica di cui vado molto fiero. I risultati ottenuti dalla band poi, parlano da se. Porto un ricordo decisamente positivo e che ha dato tanto all’artista che sono adesso.