Con incedere poetico il cineasta russo Vladimir Beck, trasferitosi a Berlino in seguito dell’invasione dell’Ucraina e dopo aver firmato l’appello dei registi russi contro Putin, firma un’emozionante coming of age, raccontando con empatia il disagio esistenziale e la ricerca d’identità di un’adolescente che si fa portavoce del profondo malessere di una nuova e fragile generazione.
Per le tematiche trattate, il film “Sasha” è stato bannato e non è mai stato proiettato in Russia.
La quindicenne Sasha si trasferisce dal padre, praticamente uno sconosciuto che non vede da anni; nessuno dei due è contento della situazione. Per protestare contro questa decisione presa dagli adulti, Sasha si rade la testa e scappa di casa. Smarrita e con i capelli corti, viene scambiata per un maschio da Maxim e Mysh, due ragazzi del posto. Così, all’improvviso, la ragazza ha la possibilità di entrare in un nuovo mondo affascinante e a volte pericoloso, quello dei suoi coetanei. Sasha finge di essere un’altra persona, senza sapere dove la porterà questo inganno.
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