Le attività di investigazione condotte dal Nucleo Polizia Tributaria di Sassari hanno consentito di far emergere condotte idonee a configurare le ipotesi di reato per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640 bis del c.p. e art. 24 del D.lgs. n. 231/2001), con riferimento ai quali l’A.G. di Parma, condividendone pienamente le articolate ipotesi delittuose, ha emesso provvedimento di sequestro preventivo dei beni e delle somme nei confronti degli indagati.
Dalle indagini è emerso uno specifico meccanismo di frode ai danni del bilancio nazionale connesso alla realizzazione di impianti industriali di serre fotovoltaiche presentati come “strumentali” ad un’attività agricola.
Tali impianti, artatamente qualificati come serre fotovoltaiche al fine di beneficiare illecitamente delle agevolazioni nel settore agricolo, urbanistico e ambientale, non sono risultati pienamente funzionali alle attività agricole attese, ma risultano realizzati esclusivamente per la produzione industriale di energia elettrica per ottenere gli incentivi pubblici.
In particolare, è stato scoperto un complesso disegno criminoso ideato da tre soggetti i quali, nell’ambito della procedura per la realizzazione di impianti fotovoltaici con ottenimento di incentivi pubblici erogati dal GSE, avrebbero aggirato la normativa di riferimento costituendo talune società che, prive dei requisiti (con peculiare riferimento alla capacità agricola adeguata), hanno indebitamente ottenuto ingenti somme di denaro, a titolo di incentivi per la produzione di energia elettrica mediante serre fotovoltaiche.
Tali contributi sono riservati per legge a chi svolge direttamente attività agricole, mentre in questo caso gli investitori – come emerso dalla documentazione acquisita ed analizzata nel corso delle complesse attività di indagine dai Finanzieri di Sassari – sembrerebbero essere stati interessati unicamente all’incasso del contributo erogato dal Gestore per i Servizi Elettrici, e si sarebbero invece totalmente disinteressati della coltivazione del terreno.
I finanzieri hanno eseguito, nei confronti di 3 rappresentanti legali pro-tempore e di 3 società da loro rappresentate, sequestri preventivi delle somme di denaro incamerate a titolo di incentivi, dei beni rientranti nella disponibilità delle società stesse e dei beni comunque riconducibili a tutti gli amministratori fino alla concorrenza dell’ammontare del profitto del reato che, solo per il periodo 2012/2013, ammonta complessivamente a euro 7.535.924.
L’operazione di polizia, che ha avuto ampio respiro in ambito nazionale, ha visto il coinvolgimento di altri Reparti della Guardia di Finanza alle sedi di Milano, Terni oltre che Sassari e si inquadra nell’attività della Guardia di Finanza a difesa della corretta gestione della spesa pubblica.
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