Satelliti, Larocca: “Una canzone sospesa, tra le nuvole, e li vuole rimanere”

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“Si tratta di un viaggio alla ricerca di una spensieratezza ritrovata, un sogno di leggerezza che permette di staccare i piedi dal suolo”

laroccaFuori lo scorso venerdì 29 gennaio 2021 Satelliti, il nuovo singolo di Larocca. Il brano anticipa l’uscita del nuovo album dal titolo Fatto D’Argilla, disco che è stato vincitore del bando Puglia Sounds Records e Puglia Sounds Producer 2020/202. Satelliti èun nuovo capitolo per il cantautore pugliese che ci porta con sè in un viaggio pop interstellare dove hanno valore soprattutto le piccole cose, gli eroi quotidiani e la posività nascosta nei dettagli.

Larocca ci ha gentilmente concesso un’intervista.

“Satelliti” è il tuo nuovo singolo, di che cosa si tratta?

Satelliti è una canzone sospesa, “tra le nuvole”, e li vuole rimanere! Volando via da tutto e da tutti, senza seguire nessun percorso stabilito, per perdersi nelle profondità dell’universo. Satelliti è una canzone che ho scritto circa un anno fa e che ho prodotto con Marco Olivi e Raffaele Scogna e farà parte del mio secondo disco “Fatto d’Argilla”. Il brano è stato distribuito da Artist First e il videoclip uscirà il 15 febbraio 2021 su Vevo.

Cosa vuoi trasmettere con questo lavoro?

Satelliti è un brano che parla della voglia di ritrovare una spensieratezza e una leggerezza e lo fa con il sogno, con l’immaginazione. Nella canzone ho provato ad immedesimarmi negli occhi di un bambino per descrivere come lui guarda il mondo.

Il brano anticipa l’uscita del tuo nuovo album “Fatto D’Argilla”, ci puoi dare qualche anticipazione?

Con il mio nuovo disco ho voluto sperimentare diverse cose, sia attraverso la scrittura che con la musica. Rappresenta la voglia di capire chi sono in questo momento, senza avere idee preconcette, per raccontarmi con sincerità. Ci sono diverse canzoni che non ritengo autobiografiche, sono storie che ho incontrato nel mio cammino.

Come ti sei avvicinato al mondo della musica?

Mi sono avvicinato grazie ai miei genitori che, da quando ero piccolino, mi hanno fatto sempre ascoltare buona musica e mi hanno fatto frequentare alcune scuole di musica. Il percorso poi, che mi ha portato a scrivere e cantare le mie canzoni è stato arricchito soprattutto dai miei amici musicisti tra cui Carmine Calia, Nicolò Petrafesa e dal mio insegnante di canto Fabrizio Piepoli, con cui abbiamo sempre condiviso questa passione.