Per arrivare a questa conclusione i neurologi hanno condotto una serie di esperimenti su topi portatori di una versione mutata del gene. E’ qui che hanno scoperto che questi animali dormivano in media 55 minuti in meno rispetto ai topi normali (mentre gli esseri umani con il gene mutato dormono, in media, due ore in meno).
Ulteriori analisi hanno mostrato che il gene era espresso ad alti livelli nei ponti dorsali (una parte del tronco del cervello coinvolta in attività come la respirazione, i movimenti degli occhi e il sonno). Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che i neuroni Adrb1 normali in questa regione del corpo erano più attivi durante la veglia e durante il sonno Rem (quella nota per il movimento rapido degli occhi). I neuroni Adrb1 mutanti invece erano più attivi di quelli normali, probabilmente contribuendo al comportamento del sonno breve. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista scientifica Neuron.
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