Una scelta resa ancora più ardua dal fatto che il 52% degli intervistati ha paura di non trovare lavoro dopo gli studi, mentre il 63% mette seriamente in conto la possibilità di lavorare o studiare all’estero dopo il diploma. Per quanto riguarda le scuole superiori, la vocazione maggioritaria dei Licei dovrebbe confermarsi: 2 studenti su 3, al momento, propendono per uno dei suoi indirizzi (specie al Sud e tra le ragazze: isolando entrambi i segmenti il dato schizza al 70%). Percentuale simile a quella registrata lo scorso anno nello stesso periodo e a cui sono corrisposte effettivamente il 54,6% delle preferenze, secondo i dati ufficiali del Miur. L’alternativa più accreditata sono gli Istituti Tecnici, possibile sbocco per il 21% degli intervistati (ma tra i maschi si arriva al 28%).
Meno di 1 su 10, invece, sembra voler optare per un Istituto Professionale (9%). Appena il 5% per un corso di Formazione Professionale Regionale. I Licei, vista la forza dei numeri, meritano un capitolo a parte. In testa, con il 46% delle preferenze – e un picco del 65% tra i futuri liceali maschi, mentre tra le femmine ci si ferma al 37% – c’è lo Scientifico; al secondo posto (18%) troviamo il Classico, molto gettonato al Sud (dove si arriva al 22%); terzo gradino del podio per il Linguistico (16%); l’11% è attratto dal Liceo delle Scienze Umane (indirizzo, però, praticamente tutto al femminile); meno convincenti l’Artistico e il Musicale-Coreutico (assieme raccolgono solo il 9% dei voti). Per vedere se le previsioni saranno confermate bisognerà aspettare la chiusura delle iscrizioni.
Almeno quest’anno, comunque, non si può dire che le scuole non abbiano provato a ridurre il tasso degli indecisi: circa 9 studenti su 10 hanno partecipato ad attività di orientamento svolte dal proprio istituto. Nel 2018 la medesima rilevazione attestava che gli studenti a secco di orientamento erano il doppio (2 su 10), con picchi significativi al Sud. Nemmeno gli ormai rituali Open Day risultano utili più di tanto, visto che 4 studenti su 5 hanno preso parte a uno o più eventi di presentazione. A influire sulla scelta è senza dubbio la famiglia (al primo posto per il 41%), seguita dalla scuola (per il 22%) e dal web (21%). Ai piedi del podio gli amici, che condizionano solo l’8% degli intervistati. E a proposito di web, la febbre da recensione è arrivata anche nella scelta della scuola.
Circa il 40% degli intervistati conosce il portale Eduscopio: per 1 su 5 i suoi ranking hanno un ruolo di primo piano nella scelta. Su un aspetto, però, i ragazzi hanno le idee chiare: su cosa si aspettano dalla scuola superiore che andranno a frequentare. La possibilità di coltivare le proprie passioni è, per circa 1 su 3, la molla che spinge verso la decisione finale. Il 26%, invece, vorrebbe che con il diploma in tasca gli si aprisse il maggior numero di possibilità di studio o lavoro. Più dettagliata la risposta del 21%, che si aspetta una preparazione adeguata per affrontare l’università. Perché una laurea è ancora vista, se non indispensabile, quantomeno consigliabile dalla stragrande maggioranza di loro (87%): per il 55% a prescindere dal lavoro, per il 32% solo se lo richiede.
Il mezzo con cui si vorrebbero avvicinare all’obiettivo è la concretezza. Per il 18% i programmi scolastici dovrebbero concentrarsi di più su attività pratiche e di laboratorio che mostrino quello che si studia, per ora, solo in teoria. Il 16% vorrebbe mettere nel curriculum già alla fine delle superiori certificazioni e competenze nelle lingue straniere e in informatica. Il 14% potenzierebbe i Percorsi per le Competenze trasversali e l’orientamento, ovvero la vecchia alternanza scuola lavoro, il 13% l’orientamento post-diploma sin dal primo anno delle superiori e più di 7 su 10 vorrebbero che venissero nuovamente aumentate le ore di alternanza previste nei vari indirizzi, per consentire di fare un’esperienza che avvicini in anticipo al mondo del lavoro.
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