Che fine fanno, in questo quadro, le competenze professionali di base per insegnare così viene richiesto dall’Europa da oltre 15 anni? Non sono bastate le generazioni dei “concorsoni” dove orde di persone per nulla motivate all’insegnamento partecipavano con la sola speranza del “posto fisso”? Non abbiamo martoriato già a sufficienza la scuola pubblica con tanti insegnanti poco preparati e demotivati? C’è poi il problema concreto dell’età degli insegnanti candidati all’accesso alla scuola dell’infanzia e primaria: assumere un piccolo esercito di 40-50enni significa non effettuare un ricambio generazionale e condannare il sistema scolastico a continui concorsi riservati a supplenti.
Dulcis in fundo, la data di svolgimento delle prove concorsuali è ancora da fissare ma sappiamo che il ministro intende fissarla in autunno, quando docenti e dirigenti scolastici saranno nel pieno della difficile gestione quotidiana dell’organizzazione scolastica nell’era del post-covid. Vorrei chiedere al ministro Azzolina dove pensa di trovare dirigenti e docenti per le commissioni necessarie allo svolgimento dei concorsi: in una situazione di organici già insufficienti a tal punto da richiedere questi mega-concorsi, come sostituiremo le migliaia di figure che saranno impegnate in commissione? Citando Gino Bartali, un grande sportivo caro a tutti gli italiani, “L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare!”. Così Simona Vietina, parlamentare di Forza Italia e sindaco di Tredozio (FC).
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