Il popolo della ‘Notte’ – spiegano gli organizzatori – non crede più al leggendario morso della tarantola ma il ragno è diventato simbolo che crea un rituale nuovo e contemporaneo intorno alla divinità zoomorfa: la Taranta. “Nessuno esorcismo – spiega il direttore artistico della Fondazione, Daniele Durante – semmai un rito adorcistico intorno al Dio che balla. Nell’anno in cui siamo costretti a rinunciare all’energia del pubblico puntiamo ad un programma che contempla la mediazione di una voce narrante”. Un racconto firmato da Massimo Martelli (sue le ultime tre edizioni di successo del Festival di Sanremo e di Sanremo Giovani).
Tre i superospiti: Gianna Nannini, Mahmood e Diodato. Il maestro Paolo Buonvino, autore di celebri colonne sonore, dirigerà l’Orchestra Popolare della Taranta e la l’Orchestra Roma Sinfonietta. La scenografia curata da Giancarlo Sforza è minimalista, pensata per far emergere e mettere in evidenza i valori fondanti della taranta. La pedana circolare ricorda il tamburello, richiama il ritmo ancestrale del Salento, dove l’installazione lignea è adagiata davanti al suggestivo scenario dell’ex Convento degli Agostiniani.
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