I primi sessantacinque anni spericolati di Vasco Rossi

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Non è un articolo, è la lettera di un fan.

L’universo conosciuto da ognuno di noi è formato da miliardi di costellazioni che, al loro interno, possiedono altrettanti miliardi di stelle. Oggi, splende ancora di più una delle stelle più magiche, quella che non smette mai di illuminare il cuore e l’anima di chi lo ascolta e chi lo vive. Oggi quella stella torna ad illuminarsi per la 65esima volta ma è solo un numero. Un numero ed una persona che non hanno bisogno di presentazioni e di commenti perché il suo nome basta e avanza per far tremare ogni singola particella che compone il nostro corpo. Quella stella è Vasco Rossi ed oggi compie 65 anni.

Un numero tondo e al contempo importante perché è pur sempre un punto in cui si ci guarda indietro e si pensa, forse troppo a ciò che è stato e ciò che sarà. Una vita Spericolata, ecco, vissuta a 300 all’ora sempre con il piede incollato sull’acceleratore per andare al massimo. Una vita di vizi e sregolatezze ma anche e soprattutto di capolavori entrati di diritto nel bagaglio umano di tutti noi. Canzoni manifesto del suo pensiero, canzoni che hanno segnato la sua vita come in una cronaca, canzoni che hanno fatto breccia nel cuore di milioni di persone toccando quattro generazioni come nessuno aveva fatto e forse mai farà.

L’anno del suo compleanno coincide anche con quello in cui il rocker di Zocca festeggia quarant’anni di carriera. Una carriera leggendaria iniziata per caso, come detto da lui in tante interviste, con il primo 45 giri targato 1977 in cui erano presenti le canzoni: Jenny e Silvia. Da li, poi, è nata l’avventura meravigliosa, quasi fiabesca, che non può avere aggettivi all’infuori di Spericolata. Ma cosa vuoi che sia una canzone ed Albachiara, nel 1979, scritta pensando alla ragazza che ogni giorno guardava dalla sua finestra mentre preparava l’esame dell’università. La morte del padre, Colpa d’Alfredo, la censura e poi Siamo Solo Noi: il disco sparti acque e la canzone che ogni ragazzo o ragazza si sente dentro e ci si immedesima. Vado al Massimo, Sanremo e l’etichetta di sballato. L’esplosione definitiva con Bollicine e la canzone della sua vita: Vita spericolata. Gli eccessi, la droga, il carcere e la rinascita con Cosa Succede in città.

La sparizione ed il ritorno con il manifesto del Vasco-pensiero: C’è chi dice no.  La lenta disintossicazione ed il primo album prodotto da solo: Liberi Liberi, Fronte del palco e l’inizio dell’epoca dei grandi stadi. Gli spari sopra, l’album dei record con canzoni iconiche come Vivere e Stupendo. La famiglia, Sally e Gli Angeli. Imola 1998 davanti a 130mila spettatori. Stupido Hotel, Buoni o cattivi e la Vascostock a Catanzaro davanti a 400mila spettatori. Inumano. La laurea Honoris Causa in scienze della comunicazione, il Mondo che vorrei. Vivere o niente e la malattia. Qui tutto si ferma e la storia rischia di finire. Il nastro si ferma per un attimo ma poi torna a scorrere più veloce di prima. Record su record. Il Live Kom 013, Sono innocente e quattro volte San Siro. Live Kom 015, Tutto in una notte. Giorno d’oggi: 4 volte l’Olimpico. Quest’anno, Modena Park con il record Europeo e quasi sicuramente Mondiale. L’apoteosi.

Vasco, basta il suo nome per descriverlo ma molti si chiedono ancora…

Cos’è Vasco Rossi?

Un confine spazio-temporale. Un buco nero a colori. Un meraviglioso mondo parallelo.
Vasco è come una polaroid che con i suoi scatti ci fa vedere meglio i contorni della vita mettendo a fuoco le cose importanti. È una cassetta il cui nastro si riavvolge all’infinito. È un catalogo di abiti da indossare a seconda dell’umore che si ha durante la giornata. È il paragone che non ha bisogno di paragoni.
È un attimo in cui ti passano davanti tutti gli anni con annesse esperienze ed errori. È un momento per fermarsi e scegliere la strada da prendere dopo l’incrocio. È un istante infinito in cui il mondo si ferma, guarda e osserva estasiato. È l’alba rosea di un nuovo giorno per vivere, per ricominciare.

È un’esplosione di magia, di rabbia e di qualcosa di intrinseco che può avere aggettivi solo dal meraviglioso in su. È l’esaltazione del genio e della sregolatezza. È una sigaretta dopo aver fatto l’amore. È un falò con amici e tutto il mondo fuori.
Momenti e spazi che si incrociano e diventano equidistanti al suo passaggio tanto che anche le rette parallele possono incontrarsi ed unirsi. Scena di vita vissuta. Flashback e Dejavu. Futuro.
Pause e riprese.
Vasco è dove il cielo si confonde con il paradiso e dove non arrivano gli angeli arriva lui.
E’ la colonna sonora della vita di chi nasce con lui magari grazie all’insegnamento del padre, di una madre, di uno zio o anche di un nonno. E’ l’arcobaleno in una vita di pioggia per chi trova la gioia dopo che la vita gli ha regalato tante batoste.

Vasco Rossi è  la causa dei sorrisi che nascono anche quando un motivo non c’è. Diventa una parte imprescindibile di una ragazzo o una ragazza che sentono il bisogno di ribellarsi a quegli stereotipi perbenisti che ingabbiano le libertà di pensiero ma al contempo è un pianto, la rabbia e la felicità.
E’ il paradiso che ogni volta riecheggia nelle cuffie. E’ quel non luogo che ad ognuno  piace frequentare quando non si vuole ascoltare nessuno e vedere nessuno. E’ l’infinito ed oltre dell’ anima che si perde nei suoi occhi azzurri. Anzi, Vasco è il supereroe dell’anima.

Al giorno d’oggi è un’impresa quasi impossibile avere nel cuore persone da idolatrare. Ci si ferma ad osannare qualcuno solo per moda, per pubblicità o per stare al passo con i tempi e potersi sentire accettato dagli altri.
Oggi, nel giorno del suo compleanno, non voglio soffermarmi a elogiare le sue immense qualità artistiche, le sue canzoni o qualsiasi altra cosa che faccia parte del suo stile da Rockstar.

Voglio parlare del Vasco Rossi uomo, di quello che ogni giorno regala emozioni che non possono essere nemmeno pesate e capite. Sarà perchè in molti hanno le sue stesse idee, sarà per la voglia di dire NO alla società di oggi e contro le idee conformiste di tutti gli altri. Sarà per il fatto di non volere una vita banale, programmata direi. Meglio averla Spericolata, di quelle che non si sa mai.

Le sue non sono canzoni ma sono viaggi della memoria e nel cuore, emozioni, passioni, scene di vita vissuta. Sono la speranza di un amore che si può ritrovare, la speranza di ricominciare un cammino con la donna che si ama da sempre. Sono la voglia di dire NO e di prendere la vita come viene anche se la realtà intorno ti fa schifo. Sono la voglia di vivere sempre, nonostante tutto. Sono il ricordo di persone care che non ci sono più. Sono la famiglia. Sono la ribellione, l’intrigo, l’amore, il sesso, lo sberleffo. Sono tutto, ogni emozione e sentimento che si possa provare in questa Terra ed in questa vita che, ahimè, un senso non ce l’ha.

Potrei dire mille cose Vasco, potrei andare avanti per ore narrando ciò che rappresenti tu anche per me in ogni tua singola sfaccettatura passando dal Vasco Rossi artista al Vasco Rossi uomo.
Ciò che forse è assurdo è l’ignoranza della gente che si ferma alle apparenze e non riesce ad andare oltre perdendosi cose che le loro menti non riescono a metabolizzare perché sono indietro anni luce.

Si perdono un mare sconfinato di emozioni che a volte straripa nella rabbia, nella voglia di urlare insieme a te attraverso le cuffiette o a quei concerti che tengono in vita in molti come una flebo. Ma coloro che amano il Blasco non sono malati, sono più vivi che mai e tutto questo lo devono a lui. Vasco c’è nei momenti più cupi, bassi e tristi della vita alternando momenti di felicità e rabbia intrinseca dentro di noi.

C’è dopo una delusione d’amore, dopo la fine della storia più importante della vita di ognuno . E a chi non è capitato. C’è quando si piange, quando le dita si intrecciano nei capelli nei momenti di disperazione. C’è quando si ride, quando si è indecisi, quando si ama e quando si odia, quando si vuole stare soli e spenti, quando qualcuno si preoccupa.

Provate a chiudere gli occhi e viaggiare con la mente per poi fermarvi in punto fisso. Immaginate che il vostro viaggio vi porti in montagna, di notte. Immaginate di dover fare una salita innevata con un cinquecento del 1976, senza freno a meno, senza catene e voi in pericoloso stato di ebbrezza. E’ una follia solo pensarlo ma c’è chi ha dipinto la sua vita proprio cosi, vivendo a 300 Km/h in pericolose condizioni ma quel qualcuno in cima ci è arrivato, la salita l’ha fatta ed ora guarda tutti dall’alto verso il basso. Stiamo parlando di Vasco Rossi, colui che ha fatto della sua vita un’opera d’arte come direbbe D’Annunzio.

 Vasco è il supereroe dell’anima che riesce a salvarci la vita ogni giorno e rende il nostro mondo un posto migliore, un sedia poggiata su un arcobaleno da cui non vogliamo scendere mai.

Cosa vuoi che ti dica io..Auguri Vasco!

Fonte foto: Profilo Fb e sito ufficiale Vasco Rossi