L’artista savonese conosciuto dal grande pubblico grazie alla partecipazione al Festival di Sanremo 2023 pubblica per la prima volta “Tutti i colori del buio” lo scorso 17 maggio, raccontando e condividendo tutte le sfumature di un periodo molto complesso – quello seguente alla sua partecipazione al Festival – in cui si è trovato diviso tra luci e ombre, soddisfazioni e disfatte, profondo buio e nuova luce. Quel Festival che è stato uno dei momenti più belli di sempre vissuti dall’artista – tanto da portarlo a esibirsi anche in apertura di artisti come i Pinguini Tattici Nucleari, Sfera Ebbasta, Geolier e Massimo Pericolo – ha anche inciso sulla sua salute mentale, logorata da pressioni e aspettative del momento.
Non è un caso che tutte le tracce dell’album – a sola eccezione del brano “troppo stanchi” e delle bonus track “croci”, “sottosopra” e “orochimaru” – siano state realizzate dai due gemelli, Sethu e Jiz, nell’arco di pochi mesi, tra settembre e lo scorso febbraio, dopo aver preso la scelta di tornare in terapia e darsi l’opportunità di tornare a stare bene: «Dopo il periodo di grande intensità e messa in gioco del Festival di Sanremo, è arrivato il contraccolpo del tornare a destreggiarsi con l’essere Artista in un periodo storico molto complesso. (…) Verso la fine dell’estate sono riaffiorati i primi episodi di depressione, facendomi tornare in luoghi bui della mente in cui ero convinto non sarei più passato, tanto da decidere – sia io che Jiz – di tornare in terapia. È la terapia ad averci sbloccato nella scrittura del disco, l’esigenza di questo album è scaturita da lì», racconta Sethu. «La salute mentale e la depressione vengono spesso viste come entità monolitiche, invece credo che esistano tante sfaccettature al loro interno che riflettono momenti diversissimi fra loro. Non è bianco o nero. Ho scritto questo album partendo dalla mia esperienza personale, ma vuole parlare ai tantissimi ragazzi, più o meno grandi di me, che vivono le stesse difficoltà».
“Tutti i colori del buio” esplora le diverse sfumature dell’universo artistico di Sethu anche sul piano musicale, non solo quello contenutistico: oltre ad un’attenta cura verso l’estetica dark tratta dall’immaginario dei film horror degli anni Settanta, ripresa anche dai poster acquistabili assieme al vinile, l’album è ricco di ricerca, citazioni e dinamicità. Del resto quella di Sethu è una lettura del mondo contemporaneo condivisa soprattutto dalle nuove generazioni che stanno cercano di concretizzare i loro sogni e obiettivi, ma che nel farlo si imbattono inevitabilmente tra precariato, ecoansia, negazionismo, paura per il futuro e guerre, cadendo nella disillusione che questo mondo non conceda più la possibilità di sognare. Nonostante tutto, persiste la speranza di trovare salvezza, quella che affiora limpida in “i ragazzi perduti”, focus track del disco.
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