Settore eventi, quale futuro dopo il Coronavirus?

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Sono giorni difficili per i lavoratori del settore del catering e del banqueting, tra quelli più colpiti dall’emergenza Coronavirus

Avete mai pensato a cosa sarebbe una vita senza possibilità di fare festa? Ogni evento significativo od estremamente importante della nostra esistenza è accompagnato da una festa: dalla Comunione al matrimonio, passando per congressi, lauree, inaugurazioni, scoperte, importanti. E nel backstage di un evento c’é un mondo molto più vasto di quanto si possa pensare. Facciamo l’esempio del matrimonio. La coppia pensa a come dovrà essere la giornata, a cosa non potrà assolutamente mancare, al colore e al dettaglio di ogni oggetto, alla disposizione della tavola, alle bomboniere, alla torta e via dicendo.

Per trasformare desideri e richieste in realtà si mette in moto una vera opera di regia, di ricerca, di acquisto, di preoccupazioni per le tempistiche, di telefonate di solleciti, di corse a ritirare personalmente oggetti affinché ogni coppia, nella data stabilita, possa vivere una giornata perfetta. Non sono ammessi sbagli perchè non c’é possibilità di rimediare; non sono consentite distrazioni ne dimenticanze perché rovinerebbero la giornata più importante di due persone

Si lavora nel settore eventi solo se si ha passione, altimenti non si reggerebbe il peso. É un lavoro tanto amato quanto poco considerato dal Governo nell’emergenza Covid 19. Fermato prima ancora di bar e ristoranti e dal futuro più incerto di tutti.  Ma anche da un presente alquanto buio, fatto di promesse di fondi salariali e di aiuti che in concreto, per ora, si sono dissolte. Tra le figure professionali ci sono i camerieri, che nel catering hanno un ruolo sensibilmente diverso da quello dei ristoranti: chiamati a personalizzare tavoli, a sparecchiare, tagliare torte, presentare aperitivi e drinks magari fino alle 2 o alle 3 di mattina per poi ripartire, dopo poche ore, per un altro servizio, hanno contratti “a chiamata”, che possono essere a tempo determinato e indeterminato. Tradotto, in tempo di Coronavirus, anche il cameriere che per l’INPS e Centro del lavoro é considerato “fisso”, non rientra in nessuna categoria assistita dal Governo quindi non ha diritto a Cassa Integrazione o altri fondi; non facendo parte dei lavoratori stagionali, neppure dell’indennità di disoccupazione.

Tutti i lavoratori del catering e del banqueting sono passati in pochissimo tempo da giornate frenetiche, in cui si lavorava anche alle 15 alle 18 ore, al vuoto più assoluto; presi dalla disperazione, si sono attivati con una petizione da sottoporre al vaglio del Premier Conte. É come se improvvisamente alla macchina degli eventi fosse improvvisamente stata tolta la corrente. Nell’attesa che possa essere riattivata c’é, però, bisogno di candele e torce e soprattutto di una luce di speranza. Con la consapevolezza che se la corrente non dovesse tornare, e conseguentemente le aziende non potessero superare la crisi,  non ci sarebbero più eventi né feste. Niente più accoglienza, allegria, solennità.