È in radio e disponibile sulle piattaforme streaming e in digital download “Siamo uomo” (Adesiva Discografica / Dameteca), il nuovo singolo del cantautore Daniele Meneghin che anticipa il nuovo album di inediti “Gesto atletico”, in uscita nel 2021. É un brano dalle sonorità squisitamente pop il cui testo nasce da un’esigenza comunicativa di Daniele Meneghin. Il cantautore sceglie di raccontare la storia di un uomo che affronta la propria vita immerso in una realtà frenetica come può essere quella di Milano, la città scelta da Meneghin come sfondo della sua canzone.
L’artista ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“Siamo uomo” è il tuo nuovo singolo, di che cosa si tratta?
“Siamo uomo” è la storia di una relazione (avuta, sognata o sperata) vestita di tutte le debolezze che un uomo (inteso some persona della razza umana, uomo o donna) ha durante il suo percorso di vita. La storia è ambientata a Milano, città che circonda con la sua ingombrante presenza i pensieri del protagonista. Vuole essere un inno alla nostra fragilità. Voglio solo far notare che siamo tutti uomo, e la consapevolezza di questo basterebbe per prendersi a volte meno sul serio.
Il brano anticipa il nuovo album di inediti “Gesto atletico”, ci puoi dare qualche anticipazione?
“Gesto Atletico” nasce dalla stretta collaborazione con Paolo Iafelice della Adesiva discografica che ne ha curato la produzione artistica. Si sente molto la sua mano e questo ha dato ai pezzi una nuova veste rispetto ai miei precedenti lavori. L’album avrà al suo interno dodici pezzi che sono dodici storie di piccoli gesti atletici messi in atto per affrontare la vita. Prima dell’uscita del disco che sarà a primavera 2021 ci saranno altri singoli ad anticiparlo.
Ti sei avvicinato alla musica in giovane età, che cosa ti ha attratto di questo mondo?
La musica, per me è un atto naturale, fa parte del mio quotidiano, e a dire il vero non riesco a vedere il mio percorso di vita senza la musica. Molto probabilmente mi ci sono avvicinato perché sentire e fare musica mi emoziona, quella percezione extrasensoriale che ti fa sentire bene, in pace con te stesso e con il mondo ed eventualmente con qualche tipo di divinità. Potrei dire che ascoltare e fare musica è la miglior forma di meditazione che conosco.
Nell’arco del tuo percorso musicale tante collaborazioni, cosa hai dato e cosa ti è rimasto di questi incontri?
Sono molto grato alla musica anche per questo. Conoscere tanti artisti ti da la possibilità di vedere il mondo attraverso gli occhi di persone sicuramente speciali. Mi ha dato la certezza che non sono solo, che quel tipo di emozione che provo io la provano anche altri, ed ogni uno la traduce in note come meglio riesce. Io non so coso ho dato a loro, ma mi fa felice che molti di loro ancora mi sono amici, e questo almeno vuol dire che non gli ho tolto niente!