“Sospesi” è il nuovo singolo di Sista, nome d’arte della cantautrice Silvia Gollini. Dal 29 Gennaio in radio, è il suo primo brano in italiano scritto durante il lockdown nel marzo 2020 e vede oggi la luce nella sua versione definitiva prodotta da Marco Gollini, registrata, missata e masterizzata negli studi di Mad Records.
Non una canzone che vuole mettere in luce le difficoltà derivanti dalla pandemia, ma un brano che racconta con intensità ed eleganza il momento vissuto, attraverso un flusso di pensieri che scaturisce nell’istante stesso in cui ci si ferma a riflettere su ciò che c’è da cambiare. Rallentare diventa la cosa più semplice da pensare ma la più difficile da farsi.
Il brano è accompagnato dal videoclip per la regia di Marco Gollini che vede protagonista la stessa Sista imprigionata da corde che la trattengono, così come tentano di fare quei pensieri stanchi dai quali alla fine riuscirà a liberarsi accennando un sorriso. É la vita che rinasce una volta liberi dai nostri lacci interiori.
Sista ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“Sospesi” è il tuo primo singolo in italiano, come nasce?
Posso dire che questa canzone si è scritta da sola, nonostante il progetto nato in inglese fra Londra e Roma e i primi singoli “Time4” e “Wednesday freedom” , e ha deviato il percorso portandomi, per la prima volta, a scrivere in italiano non per altri , come faccio da anni , ma per me.
Il brano è stato scritto durante il lockdown, che impulso ha dato il contesto a questo lavoro?
Il “fermarci tutti insieme” contemporaneamente ha acceso la riflessione contenuta nel brano, che non è un racconto sulla pandemia ma un incentivo a riflettere su quello che questa “pausa”potrebbe portare come cambiamento, “imparare a rallentare” frase ripetuta nel testo, mi piacerebbe trovare alla fine del Covid una realtà migliore, che ha riscoperto l’importanza delle piccole cose e delle persone.
“Sospesi” è accompagnato da un videoclip, come si caratterizza?
Il videoclip è girato tutto in slow motion per sottolineare appunto “il rallentare”come proposta di cambiamento. Le funi rappresentano cio’ che ci imprigiona nei pensieri , nella società , nel modo di vivere che ci siamo costruiti , per questo poi avviene una liberazione.Magari impariamo qualcosa e riscriviamo cio’ che non ci fa vivere bene.Questa è la mia speranza e visione delle cose.
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