Tutto ciò che ruota attorno al giorno più lungo dell’anno, tra curiosità e feste, tra riti propiziatori e desiderio di purificazione
Domani, 21 giugno inizierà ufficialmente l’estate! Sarà il giorno del solstizio d’estate, quello in cui il Sole a mezzogiorno raggiungerà la massima altezza rispetto all’orizzonte regalando il maggior numero di ore di luce possibili nell’arco di una giornata. Forse non tutti sanno che il solstizio non coincide sempre con il 21 giugno e che a volte, come avverrà nel 2024, può cadere il giorno 20. Il motivo é prettamente astronomico. Un anno siderale dura 365 giorni e circa 6 ore mentre il nostro calendario gregoriano é di “appena” 365 giorni. Pertanto ogni anno si registra una differenza di sei ore che può andare ad incidere sulla data. Il Solstizio d’estate, quindi, é il giorno più lungo dell’anno. Ma è anche quello in cui lo stesso Sole, simbolo del Fuoco, entra nel segno del Cancro, segno d’acqua, dominato dalla Luna, dando vita a una serie di accoppiamenti (Sole e Luna, Fuoco e Acqua, Luce e Ombra, Maschio e Femmina, Positivo e Negativo) in grado di generare energie positive e benefiche per tutto. É il giorno “di mezza estate”, per dirla con Shakespeare, in cui la natura è al suo massimo punto di bellezza ma è anche quello della vittoria del chiaro sulle tenebre (e, metaforicamente, del bene sul male) della ricchezza e della fertilità. Legato in tutte le civilta a festeggiamenti diversi ma accomunati da simbolismi simili e, soprattutto, da un non so che di magico.
Feste e rituali
Fin dalla preistoria, il solstizio d’estate è stato visto come un periodo significativo dell’anno in molte culture ed è stato contrassegnato da feste e rituali. I Celti erano soliti celebrare il primo giorno d’estate (Litha) con falò accesi appositamente per scacciare gli spiriti maligni. Talvolta le ceneri dei fuochi venivano conservate come talismani oppure sparse nei campi per propiziare la fertilità. In alcune zone, per allontanare il malocchio, si raccoglievano particolari erbe: alloro, timo, artemisia, salvia, rosmarino, verbena ma soprattutto vischio, dalle proprietà curative e divinatorie. E questo perché, secondo le credenze del passato, la rugiada che si formava durante la notte di quel giorno cosi speciale, avrebbe avuto dei poteri magici su quelle qualità di piante. Per i Greci il Solstizio d’estate era visto come “La porta degli uomini”, l’elemento di comunicazione che permetteva di entrare nella manifestazione individuale. Nell’antica Roma le feste solstiziali erano dedicate a Giano bifronte, il dio guardiano delle soglie e dei passaggi: il Solstizio d’estate, infatti, sottolineava l’inizio della fase discendente del sole, partendo dal punto più alto e il Dio Giano era colui che conduceva da uno stato all’altro. Nel tempo la Chiesa finì per sovrapporre alle tradizioni pagane la ricorrenza della natività di San Giovanni Battista, il profeta che annunciò Cristo nel grembo materno, che cade il 24 giugno.
Le tradizioni nel mondo
La celebrazione per eccellenza del solstizio d’estate è quella che avviene presso il sito archeologico di Stonehenge, dove ogni anno migliaia di persone si radunano per attendere i primi raggi di sole del giorno più lungo dell’anno, tra spettacoli e rievocazioni storiche in un momento di riflessione, rinnovamento e crescita. In Finlandia si accendono fuochi che hanno il compito di allontanare gli spiriti maligni e inaugurare una stagione propizia per l’agricoltura. Attorno al fuoco si balla per trovare l’amore ed è usanza che le ragazze, prima di addormentarsi, mettano sette fiori sotto il cuscino per poter vedere in sogno l’uomo da sposare. In Bielorussia e Ucraina, nel corso della Kupala Night, si organizzano feste e balli attorno al fuoco e le ragazze, per prevedere il futuro, calano in acqua corone di fiori e candele accese. Falò anche in Spagna, alimentati da vecchi mobili e libri in segno di purificazione da ciò che ormai non serve più.
Anche in Italia i riti sono molteplici. C’è chi beve rugiada per allontanare il malocchio e favorire la fecondità. Chi lascia fuori dalla finestra una bottiglia di vetro trasparente con dentro acqua e albume delle uova per poi interpretare la mattina dopo, dalla forma assunta dagli albumi, il mestiere del futuro fidanzato. Chi mangia lumache con il significato scaramantico di inghiottire preoccupazioni e avversità insieme alle corna dei molluschi. In moltissime località si accendono falò purificatori per scacciare le tenebre, per celebrare la luce e il bene; in altre è usanza raccogliere le “nuove erbe”, tra le quali non può mancare l’iperico, l'”erba di San Giovanni”, dalle molteplici proprietà terapeutiche e ritenuta efficace contro ogni tipo di male.
In ogni caso, sia che il rito abbia un senso propiziatorio sia che racchiuda in sé un significato purificatore, l’arrivo della bella stagione è sempre foriero di un nuovo inizio, di nuovi progetti, di positività, leggerezza, di nuova energia e di un nuovo “sentire”. Insomma, di un “nuovo io”!.