Sostenibilità ambientale e mondo del pallone, l’idea di Ecoarea e Impresa Green

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MILANO – Potrebbe essere il calcio il più grande amplificatore di comportamenti virtuosi a livello planetario per combattere il climate change? Le cifre, gigantesche, incoraggiano l’ipotesi: il 42,7 % della popolazione mondiale si interessa al calcio e si prevede che saranno quasi quattro miliardi le persone che seguiranno i prossimi mondiali di questo sport, nel 2022.

Pochi altri “megafoni sociali”, in effetti, potrebbero essere più adatti a diffondere su scala planetaria il messaggio chiaro e inequivocabile gridato da Greta Thunberg: il futuro del nostro pianeta è nelle mani di questa generazione e il punto di non ritorno è una data sul calendario che stiamo usando! Un “tam tam” urgente che, se appoggiato e propagato dalle grandi star del pallone, indurrebbe ogni tifoso a una riflessione senza precedenti sull’importanza del tema con un immaginabile effetto moltiplicatore sul tessuto collettivo e, probabilmente (vista la sua spinta “dal basso), anche su quello politico.

Le società “Ecoarea Ecoarea Better living” e “Impresa Green”, una rete di Aziende e Consulenti che operano nella Green Economy, in virtù delle rispettive esperienze e competenze professionali hanno unito le forze e realizzato un articolato protocollo da presentare a tutte le società sportive del circuito professionistico italiano: Serie A in testa. Il protocollo, in via di certificazione presso un ente ministeriale accreditato e pensato per essere adattato alle singole realtà calcistiche (differenti fra loro per dimensioni, risorse e molto altri fattori), toccherà tutti gli aspetti “energivori” che caratterizzano l’attività calcistica: da quello delle infrastrutture a quello dei rifiuti; dall’alimentazione all’efficienza dei trasporti; dai materiali utilizzati per le diverse attività fino alla comunicazione.

Si tratta di una novità in Italia, dopo che l’interesse del mondo sportivo per l’ambiente è già stato testimoniato a livello globale dal Comitato Olimpico Internazionale con la dichiarazione: “non c’è futuro per lo sviluppo sportivo se non si pongono i valori ambientali al centro di ogni politica d’intervento”.

A livello europeo è invece senz’altro l’esperienza dei Forest Green Rovers (che militano nella Football League Two, quarta divisione del campionato inglese), ad essere la più famosa e rappresentativa. I suoi calciatori, tanto per citare alcune best practice, seguono una dieta biologica e si allenano in un impianto che sfrutta solo energia rinnovabile.

“Il tema della sostenibilità coinvolge sempre di più la società e le istituzioni – spiega Romano Ugolini (Ecoarea Better Living) – non poteva quindi tenere fuori lo sport ed il calcio in particolare. Con grande soddisfazione possiamo dichiarare di avere già iniziato una consulenza in tema di eco-sostenibilità con il Sassuolo Calcio, Società di Serie A già molto attenta al sociale portando avanti, da alcuni anni, un percorso di dialogo con il territorio ed i cittadini con particolare attenzione nei riguardi dei giovani nelle Scuole. I calciatori infatti, beniamini di molti studenti, possono diventare ambasciatori di valori educativi importanti. Valori che abbiamo ritrovato nella Dirigenza del Sassuolo Calcio che ha voluto fortemente dare un segnale green a partire dalla recente Cena sociale di Natale, tutta in chiave ecosostenibile. In quella occasione sono state individuate 20 Best Practice concretamente applicate al menu e all’intero contesto dell’evento. Tutto è stato opportunamente comunicato ai 250 invitati fra i quali figuravano, oltre a sponsor e partner commerciali, anche gli staff tecnici e le rose al completo del Sassuolo Calcio della Serie A Maschile e Femminile.

E aggiunge: “Ecoarea ed Impresa Green hanno già iniziato a pubblicizzare il progetto nelle splendide strutture (Mapei Stadium e Mapei Football Center) del Sassuolo Calcio (vedi immagini, ndr) anche a bordo campo, perché la sensibilizzazione ambientale può e deve avere maggiore diffusione attraverso la grande visibilità della Serie A. Crediamo fermamente che sia meglio essere parte della soluzione, non del problema, e ognuno di noi può dare un piccolo contributo che moltiplicato per milioni di persone , produrrà sicuramente risultati tangibili”.