La loro stagione d’oro è durata una decina d’anni, più o meno fino al 1989, poi liti e tensioni hanno prevalso sulla musica. Tony Hadley, il cantante con il “vocione”, ha intrapreso la carriera solista, mentre Gary Kemp, autore di tutti i brani nonché chitarrista con qualche prova d’attore condivisa anche con il fratello bassista Martin, ha suonato nella superband “Nick Mason’s Saucerful of Secrets”, il progetto che il batterista ha dedicato alla stagione dei Pink Floyd con Syd Barrett. I tentativi di reunion sono stati diversi ma sono durati poco, come d’altra parte ha retto il tempo di un tour il tentativo, fatto l’anno scorso, di rimettersi insieme con un sostituto di Hadley, Ross William Wild.
Ma se c’è un Paese dove gli Spandau Ballet non sono stati mai dimenticati è l’Italia: un’emozione che ruota attorno a canzoni come “True”, “Through The Barricades”, “Lifeline”, “Gold”, “Only When You Leave”, “I’ll Fly For You” e che si è liberata da quell’aura di patinata artificiosità grazie al docu film “Soul Boys of the Western World”, che, presentato qualche anno fa, racconta con realismo la parabola di un gruppo di amici che hanno vissuto un decennio da pop star e poi non sono riusciti a rimanere uniti dopo il grande successo.
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