Arte

La spiritualità del Tibet attraverso lo sguardo del maestro cinese Han Yuchen, Palazzo Bonaparte a Roma

1 Sul lago Ranwu-Han Yuchan – IB_S Basic Copyright

ROMA – Nelle sale del secondo piano del meraviglioso Palazzo Bonaparte di Roma sarà possibile lasciarsi affascinare, fino al 4 settembre 2022, dalle atmosfere rarefatte e mistiche di un mondo, quello tibetano, in cui il contatto con la natura e le difficili condizioni ambientali stimolano la popolazione, prevalentemente nomade, ad avere un rapporto più diretto, più intenso con quella parte spirituale che nella società occidentale è spesso dimenticata. Han Yuchen con le sue tele di grandi dimensioni svela al visitatore la semplicità, la spontaneità e l’attitudine a resistere alle avversità e alle intemperie di un popolo che fa del misticismo, della devozione al suo Buddha, una delle basi dell’esistenza; il tratto pittorico del maestro cinese è metà tra Realismo e Impressionismo poiché l’attenzione alla luce, al dettaglio, e alle espressioni dei protagonisti delle sue opere, che siano bambini, donne in preghiera, pastori o gruppi di persone ritratte nella loro quotidianità, lo fanno tendere verso quella frammentazione della pennellata tanto cara agli artisti del movimento di fine Ottocento, così come la sua attitudine a dipingere spesso en plen air.

D’altro canto però spesso invece Han Yuchen ama scattare fotografie dei personaggi che intende narrare sulla tela, avvicinandosi pertanto alla tecnica realista contemporanea che lo induce a produrre opere il più vicine possibile alla realtà osservata.

Il risultato del suo tocco sapiente è incredibile poiché le opere e la sua narrazione di un mondo che lo affascina talmente tanto da doverlo rappresentare in ogni dettaglio, non può non coinvolgere e avvolgere l’osservatore che si perde dentro quelle espressioni intense, quei volti reclinati in preghiera, quei bambini quasi stupiti dall’essere osservati, dai sorrisi spontanei di gente semplice abituata a vivere con il minimo indispensabile eppure ugualmente felice, o forse molto di più di quanto non lo sia l’essere umano occidentale, con tutte le sue complicazioni, gli obiettivi da raggiungere e le frustrazioni da affrontare. Nelle opere del maestro cinese emerge l’accettazione, la consapevolezza del popolo tibetano di essere parte di un tutto, di sostenersi reciprocamente anche negli altipiani o nelle montagne più impervie; la tela Ritorno dal battesimo evidenzia esattamente la capacità di resistenza che questo popolo apprende fin dall’età infantile, e che lo porta a sopravvivere in una situazione ambientale disagevole che però diviene un habitat naturale in cui il loro fisico si allena a sussistere. I due bambini sono letteralmente infagottati all’interno di giacche antifreddo e vengono educati dalle madri a camminare, a essere autonomi perché sarà quella capacità di stare sulle proprie gambe che forgerà il loro carattere e la determinazione nelle avversità.

In Pellegrinaggio in rosso Han Yuchen racconta invece il Tibet attraverso l’immagine più nota all’immaginario comune, quella dei suoi monaci che avvolgono il mondo circostante con la loro saggezza, con la forza della preghiera, con la consapevolezza che la spiritualità sia più forte di qualunque contingenza, di qualsiasi benessere terreno, e con la certezza che sia l’unica a poter salvare il mondo. La retrospettiva del maestro cinese, rimandata a causa della pandemia, è un’occasione imperdibile non solo per conoscere il mondo tibetano nella sua spontaneità e naturalezza, ma anche per scoprire il talento e la sensibilità di un grande artista, Han Yuchen, in grado di trasportare letteralmente l’osservatore all’interno delle sue atmosfere rarefatte quanto reali, mistiche quanto semplici, in ogni caso incredibilmente avvolgenti.

Circa quaranta sono le opere esposte, divise in tre sezioni – Paesaggi, Ritratti e Spiritualità – attraverso cui si evince il profondo legame morale e spirituale che unisce la famosa regione autonoma della Cina al celeberrimo pittore cinese protagonista della coinvolgente retrospettiva. La mostra HAN YUCHEN. Tibet, splendore e purezza è stata organizzata con il patrocinio del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura, prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con Segni d’arte, ed è stata curata da Nicolina Bianchi e Gabriele Simongini, con catalogo Skira.

HAN YUCHEN. TIBET, SPLENDORE E PUREZZA

dal 14 luglio al 4 settembre 2022
Palazzo Bonaparte
Piazza Venezia 5
Roma

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
Tel +39 06 8715111
Siti internet
www.mostrepalazzobonaparte.it
www.arthemisia.it

ORARI
Tutti i giorni dalle 11 alle 21 (la biglietteria chiude un’ora prima)
Aperture straordinarie: lunedì 15 agosto

BIGLIETTI
Intero € 10,00

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Pubblicato da
Marta Lock
Argomenti: mostraRoma

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