Inaugurata il 9 dicembre, la mostra dell’artista greco resterà aperta fino al 9 febbraio 2017 presso Villa Aurea – Valle dei Templi di Agrigento
AGRIGENTO – Numeroso il pubblico accorso il 9 dicembre scorso all’opening della mostra Spring in The Valley dell’artista greco Pavlos Habidis. L’esposizione rimarrà aperta fino al 9 febbraio 2017 a Villa Aurea, nella splendida cornice della Valle dei Templi di Agrigento.
È una realizzazione del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, curata da Agata Polizzi, con la comunicazione e l’allestimento affidati alla One Group dell’Aquila.
La mostra, a ingresso gratuito, rimarrà aperta al pubblico a Villa Aurea presso il Parco tutti i giorni, dalle ore 8.30 alle 19.00.
L’originalità della mostra sta nelle opere di Habidis, una serie di tavole ad acquerello in cui l’artista racconta per immagini la vita che scorre tra le rovine dell’antica Agrigento, offrendo così un nuovo punto di vista artistico, ma anche antropologico, perché indaga più che sul reperto, sulla fruizione attiva dei monumenti e del paesaggio da parte dei visitatori.
Habidis restituisce al pubblico la sua esperienza vissuta durante la primavera 2014, quando ha effettuato una residenza d’artista presso la Valle dei Templi, lavorando sull’osservazione del flusso umano che ogni giorno visita le rovine dell’antica Agrigento.
Con i lavori di Pavlos Habidis è stato realizzato dal Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento un volume curato da Maria Concetta Parello e Agata Polizzi, edito dalla De Agostini, dove l’artista greco riporta i propri disegni, testi critici, annotazioni. Una sorta di “libro d’artista” che diviene per il lettore fonte d’ispirazione, un taccuino su cui imprimere le proprie ispirazioni.
La presentazione è prevista per il prossimo mese di Gennaio, con la partecipazione dell’artista.
Tra contemporaneità e immota maestosità di un paesaggio che ha mantenuto nel tempo la sua unicità, il progetto sposa la volontà della direzione del Parco di aprirsi ad una politica culturale che, come dice il direttore Giuseppe Parello: “(…) è fatta di contaminazioni, un dialogo attorno ad una realtà in cui la percezione contemporanea non può essere solo residuale”.