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Staminali, a Torino la prima Cell Factory

TORINO – Il Piemonte ha la sua Cell Factory, una Officina Farmaceutica nel Centro di Biotecnologie Molecolari dell’Università di Torino, dove è stata presentata la nuova frontiera della scienza applicata alla medicina. Sono una cinquantina i docenti, i ricercatori e gli operatori coinvolti.

Al momento produce cellule staminali umane epatiche, per pazienti con insufficienze acute con non possono essere sottoposti a trapianto di fegato. Ma in futuro non sono escluse anche altre applicazioni.

“Il nostro obiettivo – conferma la professoressa Fiorella Altruda, che lo dirige con il professor Lorenzo Silengo – è lavorare anche per altre patologie, come quelle ematiche e della pelle”.

Centro di eccellenza per la sperimentazione clinica e la cura delle malattie rare, la Cell Factory piemontese è una realtà grazie al finanziamento di 1,2 milioni di euro di Università e dell’Assessorato all’Innovazione della Regione Piemonte. Un anticipo, concreto, del futuro Parco della Salute previsto nella vicina area del Lingotto.

Autorizzata dall’Aifa a luglio, la Cell Factory torinese è pronta a diventare operativa per la preparazione di cellule staminali adulte, considerate farmaci biologici. Il centro può essere anche adibito alla preparazione di medicinali sperimentali sterili preparati in asepsi. Dal prossimo anno partiranno corsi di didattica, simili a master, per formare operatori per le Cell Factory.

Fondamentale la collaborazione con le strutture ospedaliere della Città della Salute, come per lo sviluppo di due studi, uno concluso e l’altro in fase di avvio, rispettivamente del dottor Marco Spada, direttore di Pediatria del Regina Margherita, e del professor Renato Romagnoli, del Centro Trapianti di Fegato delle Molinette. Il primo prevede l’utilizzo delle cellule per la cura di malattie epatiche metaboliche neonatali, il secondo per insufficienze epatiche acute di pazienti non trapiantabili.

“Questo centro – sottolinea l’assessora Giuseppina De Santis – anticipa quello che vogliamo sia il Parco della Salute: non solo un nuovo ospedale ma un luogo in cui cose come quelle che si fanno qui possano diventare più facili, per questo stiamo lavorando non solo a un progetto edilizio ma a un vero programma scientifico”.

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Redazione L'Opinionista

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