Già molto popolare negli Stati Uniti, la realtà virtuale sta muovendo i primi passi anche da noi, dove non è ancora particolarmente diffusa. «Finora le pazienti chiedevano al medico una serie di foto del prima e dopo per poter avere un’idea di come sarebbe potuto essere l’effetto finale. In caso di aumento del seno, si faceva indossare alla paziente un reggiseno apposito in cui si inserivano le protesi per provare l’effetto diretto. Il logico passo successivo a questi metodi è la realtà virtuale» dice ancora Casadei.
La comunicazione è uno dei passaggi più delicati in chirurgia plastica: la paziente deve riuscire a far capire al medico qual è il risultato che vorrebbe, mentre lo specialista deve spiegare quale risultato si può effettivamente raggiungere. «Utilizzando le nuove metodologie, i pazienti vedono in 3D come saranno dopo il modellamento del proprio corpo: questo li aiuta a ridurre l’ansia su quello che può accadere con l’operazione e a sentirsi più sicuri nel procedere – afferma ancora il vice presidente di Aicpe -. I pazienti, oltre ad avere una visione realistica del potenziale risultato, hanno uno strumento per esprimere e comunicare gli obiettivi al proprio chirurgo, con un immediato riflesso delle modifiche del seno e del viso durante la visita stessa. Il chirurgo invece riesce a pianificare in modo più dettagliato la fase pre-operatoria».
Insomma, la realtà virtuale può essere un aiuto per chi deve decidere se sottoporsi a un intervento, ma con le dovute cautele: «La realtà virtuale deve essere gestita da seri professionisti, perché anche l’uso di questi metodi richiede, oltre a capacità tecnica informatica, anche un serio comportamento etico. Non bisogna dimenticare che si riesce a ottenere un’immagine il più possibile simile al risultato solo se l’operatore tiene conto di tutte le caratteristiche della paziente, dalla tonicità allo spessore dei tessuti. Ancora una volta, la serietà e la preparazione dello specialista chirurgo plastico gioca un ruolo fondamentale. Diversamente, questi strumenti potrebbero essere utilizzati per fare promesse non realizzabili con l’unico scopo di attirare e invogliare nuovi pazienti».
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