CATANZARO – Istrionico, versatile e con un talento immenso. Tutte caratteristiche di quel “diavoletto” che risponde al nome di Stefano Bollani, indiscusso protagonista del panorama jazz nostrano invidiatoci da tutto il mondo, che ancora una volta è riuscito a sorprendere il suo pubblico con una proposta inedita tutta dedicata al Brasile.
É successo giovedì sera, 8 novembre, al Teatro Politeama di Catanzaro nell’ambito del Festival d’Autunno, ideato e diretto da Antonietta Santacroce, giunto all’ultimo “capitolo” della XVI edizione. Un finale dal clima spensierato esaltato dal concerto di Bollani, un artista che ha nelle corde la gioia di vivere la musica con leggerezza. Que bom è il Brasile secondo Bollani, un caleidoscopio di suoni e di emozioni, un gradevole mix di melodie intessute al pianoforte e intrecciatesi con la presenza delle percussioni di Thiago Serrinha e della batteria di Jurim Moreira, pulsanti grazie al contrabbasso di Jorge Helder.
Una presenza dominante e al tempo stesso contorno del pianismo percussivo, efficace e mai ridondante di quell’artista che è Bollani. Mai troppo compiaciuto della sua arte e di quella tecnica fine che sa di possedere. Concentrato al punto da sembrare estraneo a tutto il resto, ma anche propenso a scherzare sui titoli dei sui suoi stessi brani, ha saputo “navigare” nell’oceano della musica brasiliana lasciando poco spazio alla bossa nova e concedendosi lunghe improvvisazioni ora frenetiche ora rilassate.