Stelle di un altro pianeta

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amsterdam notturnoStella si mise gli occhiali sul naso. Ci vedeva perfettamente, ma dopo un po’ che fissava uno schermo, gli occhi le si stancavano. Quello era un modo molto scomodo di acquisire informazioni. Da dove veniva lei, gli scambi di informazioni avvenivano più velocemente per osmosi o per contatto e qualcuno lo avrebbe anche trovato divertente. Lei tuttavia non lo faceva per piacere, era la sua missione.

Stella aveva la straordinaria capacità di passare inosservata, per questo era stata scelta. Aveva un bel viso, un bel sorriso, un bel corpo, capelli lisci e scuri e uno strano naso. Ma era discreta e non si faceva mai notare se non lo voleva.

La principale differenza con gli esseri umani era la totale assenza di peluria superflua. Questo perchè Stella non discendeva da una scimmia, come la quasi totalità degli esseri umani. Nessuno però si accorgeva di questa assenza, perchè in genere le donne umane solevano depilarsi.

Dopo aver fatto l’amore, Stella dormiva sempre a pancia in giù, con le braccia in alto, come i neonati. Questa cosa, che aveva sempre suscitato tenerezza nei suoi amanti, aveva invece una funzione ben precisa. Lei assorbiva informazioni attraverso il contatto fisico, e il sesso era il modo più semplice per rimanere in contatto con un umano il tempo necessario per completare il trasferimento dati. Era più semplice che gradevole. Il problema più che altro era quando doveva assorbire informazioni da esseri del suo stesso sesso, ma si arrangiava.

Chiara entrò nella stanza di Stella, imprecando contro qualche piccola disdetta che le era capitata, o meglio, per usare le sue parole, che le era stata inflitta.

Chiara era tutto ciò che Stella non era. Bionda, prosperosa, alta, appariscente, sensuale. La qualità è più importante della quantità, si diceva Stella guardandosi nella scollatura. Io le possiedo entrambe, si diceva Chiara guardando nella propria. Ma per contro Chiara era una sorta di cataclisma ambulante.

Aveva le movenze di una pantera quando si trattava di sedurre un uomo, ma inciampava nei propri piedi quando non c’erano uomini presenti sui cui far colpo. Una catastrofe sempre incombente, in grado di causare seri danni anche in una casa priva di soprammobili come quella che dividevano.

Chiara naturalmente non sapeva che Stella in realtà era una esploratrice extraterrestre, inviata sulla terra per studiare gli esseri umani e i loro punti deboli, in previsione di una futura conquista del pianeta. Ma anche se lo avesse saputo probabilmente non le sarebbe importato a tal punto da cercare di fermarla.

Stella si esibì nel suo solito enigmatico sorriso, si infilò la giacca e uscì con Chiara e siccome alla sua incolumità ci teneva, insisté per guidare lei l’auto della coinquilina fino al locale che avevano scelto per quella sera.

Ballarono, si divertirono, conobbero persone, tutto quello normalmente si fa in un locale un venerdì sera. Stella e Chiara notarono un bell’uomo, giovane, vagamente tenebroso, che se ne stava in disparte. Gli girarono un po’ intorno, ma Stella, che Chiara considerava piuttosto imbranata nei rapporti umani, per una volta riuscì ad avere la meglio sull’amica.

Stella andò via con il giovane, e lo portò a casa sua. Chiara si consolò con un altro niente male e si fece portare a casa sua dimenticando ovviamente la macchina nel parcheggio del locale.

A Stella però capitò una cosa strana. Per la prima volta non riuscì ad assorbire informazioni attraverso il contatto fisico. Il giovane infatti sembrava schermato ai suoi poteri extraterrestri. In compenso, per la prima volta e con sua grande sorpresa, riuscì a provare davvero il piacere e ad avere un orgasmo.

Si addormentò a pancia in giù, con le braccia verso l’alto, come i neonati, ma questa volta la trasmissione di dati al suo pianeta non riuscì ad essere decifrata.

Quando si svegliò, Stella sbadigliò soddisfatta, e si ritrovò il giovane che le puntava contro una pistola laser. Era anche lui un extraterrestre, ma di un altro pianeta, anche questo deciso a conquistare la terra. Per questo Stella non era riuscita ad assorbire informazioni da lui.

Ma proprio mentre l’extraterrestre stava per premere il grilletto, Chiara, giunta furtivamente alle sue spalle (in realtà era solo curiosa di sapere com’era andata), gli ruppe in testa un grosso vaso, unico soprammobile sopravvissuto alle sue maldestre movenze.

Stella con i suoi poteri di extraterrestre lo ipnotizzò e gli fece il lavaggio del cervello, rendendolo innocuo. Per un bel po’ di tempo avrebbe creduto di essere un extraterrestre qualsiasi.

La terra era salva, almeno per un po’. A questo pensiero Stella fece corrispondere uno dei suoi enigmatici sorrisi. Rimaneva solo da recuperare la macchina di Chiara dal parcheggio del locale se solo l’amica non avesse lasciato le chiavi e la biancheria intima chissà dove.